(Teleborsa) -
Il governo ha approvato nel fine settimana il cosiddetto decreto salva-banche. Una decisione tanto attesa quanto mai necessaria,
in vista dell'efficacia dal 1° gennaio 2016 della direttiva europea sul bail-in (salvataggi bancari).
Superato infatti lo scoglio della
Legge di stabilità, la cui approvazione dal Senato è arrivata sabato, come previsto, il Consiglio dei Ministri si è riunito in tutta fretta domenica pomeriggio, approvando un provvedimento che consentirà il
salvataggio di 4 piccoli Istituti bancari in difficoltà finanziaria -
CariFerrara, CariChieti, Banca Marche e Banca Etruria - attingendo a risorse private (non pubbliche) ed ai
fondi approntati dalle banche stesse (2 miliardi) e confluiti nel cosiddetto
Fondo interbancario a tutela dei depositi.
Il comunicato stampa di palazzo Chigi, infatti, annuncia l'approvazione del decreto sottolineando che
"consente di dare continuità all’attività creditizia ed ai rapporti di lavoro, tutelando pienamente i correntisti".
Il decreto legge - si spiega - ha un
ambito estremamente circoscritto ed è volto unicamente a: costituire tempestivamente le
nuove banche (banche-ponte), definire le
modalità di raccolta dei contributi che le banche verseranno al Fondo di risoluzione nazionale, definire le modalità per l’applicazione di una
disciplina fiscale ad hoc alle nuove banche (differimento imposte).
Il decreto legge in questione, che per
ovvi motivi di urgenza entra in vigore già da oggi, per non ricadere nell'applicazione della normativa sul bail-in,
non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione.