(Teleborsa) - Dopo tre anni di recessione, l'Italia è tornata a crescere, anche se leggermente meno di quanto previsto dalle stime più ottimistiche.
Matteo Renzi torna a fare un
bilancio del 2015, questa volta non
attraverso le enews, ma nella
conferenza stampa di fine anno in occasione della quale il Presidente del Consiglio ha continuato a ripetere che i "gufi" hanno avuto torto.
Hanno avuto torto innanzitutto sulla ripresa dell'Italia: "un anno fa si diceva che c'era una stagnazione perenne, che il segno più non sarebbe mai tornato", invece "se guardiamo ai dati quest'anno il PIL è tornato a crescere dello 0,8%, ed era previsto lo 0,7", ha affermato. Anche se, a onor del vero, nel
DEF di settembre il Governo aveva ritoccato le stime al +0,9%.
Come nell'
enews pubblicata domenica, il Presidente del Consiglio ha
elencato quanto fatto dall'Esecutivo, dichiarando poi che
il via libera dell'Unione Europea alla flessibilità in bilancio è "scontato".
Non è mancato un accenno alle
banche alla luce delle
polemiche generatesi dopo il salvataggio delle quattro popolari con conseguenti perdite per molti risparmiatori.
Renzi ha assicurato che
coloro che sono stati truffati dalle banche che hanno beneficiato del salvataggio recupereranno i loro soldi.
"E' una vicenda molto seria e abbiamo a cuore il destino di quelle persone. Chi ha subito dei danni deve sapere che lo Stato è dalla sua parte: faremo di tutto perché possa avere indietro i suoi soldi", le sue parole.
Secondo il Premier c'è comunque un
problema di "trasparenza" per i risparmiatori che vanno in banca per fare investimenti. "Esiste un grande tema di trasparenza perché se lei va in banca e deve firmare 47 documenti è più difficile farsi l'idea che sta facendo un investimento a rischio". Sarebbe molto più chiaro invece "se le dessero un foglio solo in cui si capisce che sta facendo un investimento rischioso".
Renzi ha poi precisato che
non vi sono altre privatizzazioni all'orizzonte mentre
in tema di pensioni ha dichiarato che nel 2016 il Governo non cambierà il sistema pensionistico, ma
potrebbe intervenire sulle pensioni d'oro.
Poi, una
rassicurazione sulla solidità del sistema creditizio italiano, che non è assolutamente a rischio. ". "Non c'è un rischio sistemico e le banche italiane sono molto più solide di quelle di altri Paesi. Non cambierei il sistema bancario italiano con quello tedesco nemmeno sotto pagamento", ha detto.