(Teleborsa) - Certo è che la
Cina è un paese straordinario! Non ci riferiamo alle sue bellezze naturali od a quelle culturali, ma alle contraddizioni insite in questo Paese. Oggi la Cina è probabilmente la nazione dove
l'inquinamento trova la sua massima espressione e forse anche per questo che i responsabili del partito unico al governo annunciano alla
conferenza sul clima di Parigi, Cop 21, il taglio del 60% delle emissioni di inquinanti per la produzione di
energia. Allo stesso tempo, negli ambiti finanziari, sostengono di volere mantenere stabile l'impegno di una crescita economica del 6,5% annuo fino al
2020, un ritmo che i ministri dell'economia della vecchia Europa si possono solamente sognare.
E' la contraddizione della Cina: continua a coltivare un ritmo forsennato di crescita "
old Style", tra l'altro a breve le sarà anche garantito dal consesso mondiale l'accesso al
libero mercato che le garantirà ulteriori facilitazioni di esportazione, e limitarsi a dare una sforbiciata alle emissioni come panacea per tutti i suoi mali.
L'ex impero celeste ha sostenuto per anni la sua
economia con un tasso di crescita delle emissioni di gas serra del 6,7% l'anno e solamente nell'ultimo, tale l'incremento è diminuito al 1,2%. Intanto nelle
megalopoli cinesi è di moda l'acquisto di depuratori d'aria, i cui costi vanno dai 400 agli 800 euro, con capacità di
pulizia per appartamenti dai 40 ai 50 metri quadri, e se si è fortunati ed il pulviscolo che ricopre le metropoli cala per un inaspettato periodo ventoso, puoi ottenere un clamoroso sconto del 15%, salvo poi attendersi un nuovo aumento dei prezzi, con gli
interessi, quando le condizioni ritorneranno ad essere quelle usuali.
Intanto ieri
a Pechino è stato dato l'allarme rosso, il più alto mai emesso dalle autorità. Una cappa di smog, favorita dalle condizioni climatiche e geografiche della capitale, l'ha pervasa come una sorta di nebbia dal colore grigiastro tendente all'ocra. Gli esponenti cittadini e del
partito unico al governo della nazione hanno invitato gli abitanti ad uscire di casa solo se strettamente necessario e ad aumentare l'uso della
libagione più preferita dai cinesi, il tè.
Intanto all'orizzonte si profila l'
India che non ne vuole sapere di ridurre i suoi ritmi di inquinamento e continua a bruciare carbone ancor più della Cina all'apice della sua espansione industriale.
Nuova Delhi già soffoca nello smog al pari di Pechino e in molte grandi città indiane si applicano i soliti palliativi come la circolazione della auto a
targhe alterne. I ritmi di evoluzione industriale sono così sostenuti che questo paese, una volta considerato in via di sviluppo, oggi potenza emergente all'interno del
G20, ha bruciato le tappe in maniera così impressionante da raggiungere in pochi anni livelli d'
inquinamento in occidente raggiunti in oltre un secolo.
Dall'India si alza la voce del diritto di raggiungere un livello di sviluppo simile a quello
occidentale e non si accettano lezioni da chi, gli occidentali, sono i primi responsabili delle condizioni in cui si trova il
pianeta. Allo stato attuale sembra, però, ancor più calzante quanto
Einstein sosteneva: il passato, il presente e il futuro sono delle illusioni perché esistono solo nell'adesso ed adesso occorre che il mondo trovi una soluzione se vuole continuare a sostenere i suoi
7 miliardi di individui, altrimenti si rassegni ad ineluttabili catastrofiche conseguenze. La probabile unica soluzione sta in questa frase "
Viviamo infatti in un momento storico molto interessante: da una parte la scienza e la tecnologia mettono nelle nostre mani un potere senza precedenti; dall'altra, il corretto uso di tale potere presuppone l'adozione di una visione più integrale e integrante. [...] Si tratta ovviamente di una grande sfida culturale, spirituale ed educativa. Solidarietà, giustizia e partecipazione per rispetto della nostra dignità e per rispetto del creato".
Chi l'ha detto? Papa Francesco.