(Teleborsa) - È passata una settimana e solo
poco più della metà dei 9mila docenti ha detto sì alla
proposta-ricatto di assunzione del piano straordinario previsto dalla
riforma.
I giorni passano e la maggior parte dei docenti precari che, già a denti stretti, si era convinta a presentare la domanda di partecipazione al piano straordinario, continua a riflettere se accettare un incarico anche a 800 o mille e più chilometri da casa; a 72 ore dalla scadenza imposta dal Miur per accettare o meno, sta valutando con attenzione, in pratica, se piegarsi al ricatto del Governo di abbandonare figli e anziani, di continuare a pagare il mutuo dell’abitazione e contemporaneamente il nuovo affitto.
Il sindacato della scuola,
Anief apre, pertanto, i
ricorsi contro la cancellazione da graduatoria ad esaurimento e di merito da parte sia di chi rifiuta sia di chi accetta il ricatto della proposta di incarico fuori regione, ritenendo "illegittima l’interpretazione della legge".
"Alla fine – commenta
Marcello Pacifico, presidente Anief -
delle 103mila cattedre messe in palio dal Governo, rispetto alle 150mila promesse,
saranno appena 70mila, al massimo 75mila, quelle effettivamente assegnate ai precari dal ministro dell’Istruzione, di cui la metà con nomina solo giuridica". E "
questo sarebbe il mega piano di assunzioni promesso?" si chiede Pacifico secondo il quale tale piano "non è molto distante dalle 66mila immissioni in ruolo assegnate a docenti e Ata dal ministro Gelmini nel 2011, l’anno dopo l’apertura della procedura d’infrazione ancora attiva della Commissione UE contro l’Italia sul precariato scolastico e il deposito di migliaia di ricorsi presso i tribunali del lavoro".