(Teleborsa) -
Non ci sono tagli e non c'è un aumento delle tasse nel nuovo Documento di Economia e Finanza. Lo ha premesso il Premier
Matteo Renzi nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri, che oggi ha esaminato la legge di bilancio da inviare a Bruxelles entro fine mese.
Secondo il Premier, nel 2015 vi sarà una
riduzione delle tasse per complessivi 21 miliardi (18 miliardi di minori tasse e 3 miliardi dall'eliminazione delle clausole di salvaguardia). Renzi ha poi confermato che vi sarà una
spending review per 10 miliardi, che vale lo 0,6% di PIL, ma
c'è anche
spazio per tagliare sino a 20 miliardi di spesa, senza " tagli alle prestazioni per i cittadini" ma con una cura dimagrante della macchina pubblica.
Secondo il comunicato emesso da Palazzo Chigi,
"il Governo lavora alla politica economica in una prospettiva non più emergenziale" ed intende lavorare su una "riduzione delle tasse compensata da risparmi sulla spesa, ripresa degli investimenti, gestione responsabile del bilancio statale, riforme strutturali". Questo sarà possibile grazie ad una serie di eventi positivi quali il minor costo dell'
energia, il
piano QE della BCE ed il contenimento dello
Spread , che vanno ad aggiungersi a prospettive economiche più rosee: le
nuove previsioni indicano per il 2015 una crescita allo 0,7% per il 2016 all'1,5%,per il 2017 all'1,5% e per il 2018 all'1,4%. Secondo il Ministro Padoan le stime sono "prudenti" ma potranno rivelarsi errate per difetto e più positive, se si conquista la fiducia di cittadini ed imprese dopo quella dei mercati.
Quanto ai parametri di bilancio, il
rapporto deficit/PIL si attesterà al 2,6% nel 2015, all'1,8% nel 2016 e allo 0,8% nel 2017 per arrivare ad un azzeramento nel 2018. Confermato anche l'obiettivo di
pareggio del deficit strutturale nel 2017, dopo una correzione dello 0,5% quest'0anno e dello 0,4% il prossimo. Il
debito dovrebbe raggiungere il
132,5% del PIL nel 2015 e poi calare al 130,9% nel 2016, al 127,2% nel 2017 ed al 123,4% nel 2018. Il Ministro
Padoan ha sottolineato che
l'aggiustamento dei conti pubblici "è importante e, allo stesso tempo, di natura espansiva", in quanto permette di liberare risorse per la crescita e rispettare le regole di bilancio.
Quanto alle
privatizzazioni, viene confermato il piano avviato dal governo che però conferma di
non voler perdere il controllo delle aziende statali. "Stiamo lavorando intensamente alle
Poste", ha chiarito Padoan, citando anche le
Ferrovie e l'
Enav, ma con tempi non definiti e dettati dalle condizioni di mercato e dalla necessità di "valorizzare al meglio" questi asset. Dalle privatizzazioni, il Governo conta di avere un
contributo positivo al PIL tra l'1,7% e l'1,8% "spalmato" tra il 2015 e il 2018.