(Teleborsa) - "
La governance è per definizione in continuo cambiamento. Ci troviamo di fronte, da tempo, a un mondo in cui ci sono cambiamenti che non possiamo controllare, che determinano il fatto che chi si occupa di gestione delle imprese deve
avere molto a cuore la gestione del rischio, che viene complicata dal fatto che compaiono rischi multipli". Lo ha detto
Pietro Carlo Padoan, presidente di
Unicredit, in occasione dell'evento per i 20 anni di Nedcommunity, l'associazione italiana degli amministratori non esecutivi e indipendenti.
C'è la necessità di "
tradurre la valutazione qualitativa del rischio in quantitativa, per capire fino a che punto siamo in grado di valutare l'ambiente che cambia e gli effetti operativi", ha aggiunto.
Secondo Padoan, "il board è un team, il
board non è la somma delle singole esperienze dei membri che ne fanno parte, ma è di più. Se questo non avviene, il board ha una capacità di impatto molto più basso".
"I board sono sempre espositi, e primo o poi se il team non funziona ti accorgi di averlo composto male - ha continuato - Il board deve essere composto da giocatori che giocano in ruoli diversi, ancora più importante oggi con gli stimoli delle nuove tecnologie. Non esiste un board ottimale, nemmeno quello delle imprese più facoltose, e bisogna
essere sempre pronti a usare il capitale umano a disposizione".
Secondo il presidente di Unicredit, "il futuro è oggi particolarmente rilevante, perché
le forze di cambiamento esogeno sono tante, veloci e potenti, con un grado di incertezza delle decisioni che è immensamente più elevato di quanto non fosse un po' di tempo fa".
Parlando di uno scenario concreto, ha detto che "finché l'
Unione europea non si darà
istituzioni all'altezza delle sfide, il gap con gli Stati Uniti non diminuirà ma aumenterà".