(Teleborsa) -
Il "decreto salva Roma" per il quale qualche giorno è arrivato il via libera da parte del Consiglio dei Ministri è pronto a sbarcare sulla Gazzetta Ufficiale, ma come molti decreti precedenti si occupa anche di materie differenti da quella per cui è nato.
Una su tutte: l'aumento delle aliquote della TASI fino a un massimo di 0,8 per mille. Percentuale che comunque resta appannaggio dei singoli Comuni.
I Comuni potranno procedere all'aumento fino allo 0,8 per mille della Tasi, ma "purché siano finanziate, relativamente alle abitazioni principali e alle unità a esse equiparate detrazioni o altre misure", con effetti equivalenti a quelli sull'IMU. E' escluso che la TASI possa oltrepassare il valore dell'IMU 2013.
Da qui la necessità delle detrazioni per le fasce a reddito più basso da applicare alla nuova tassa sui servizi indivisibili.
La Chiesa è salva anche questa volta perché nel decreto si legge che tutti i fabbricati "destinati esclusivamente all'esercizio del culto" sono esenti dal pagamento del nuovo tributo sui servizi indivisibili.Dall'imposta sono esenti, come previsto, anche gli immobili di proprietà della Santa Sede indicati nel Trattato lateranense.
Ma la lista continua perché la tassa non sarà dovuto nemmeno per quegli immobili delle Forze armate, di polizia, vigili del fuoco e carriera prefettizia e persino gli immobili dati in comodato d'uso gratuito dai genitori ai figli.