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Dal bonus maturità ai concorsoni: la scuola secondo Stefania Giannini

Cultura, Economia
Dal bonus maturità ai concorsoni: la scuola secondo Stefania Giannini
(Teleborsa) - Matteo Renzi lo ha messo nero su bianco anche nel discorso programmatico pronunciato ieri davanti al Senato: la scuola è uno dei temi più importanti per il nuovo governo da lui guidato.

Precari, tagli, corsi fantasma e costosi per gli insegnanti ma anche il pasticcio sugli scatti di anzianità e la scarsa attenzione alla ricerca testimoniano come scuola e istruzione non possono più vivere di incertezze.

Per questo la neoeletta ministro dell'Istruzione Stefania Giannini avrà un bel da fare nei mesi a venire.

A quanto pare, comunque, la linguista e glottologa, nonché ex rettrice dell'Università per stranieri di Perugia, ha le idee piuttosto chiare.

Intervistata da Il Corriere della Sera, la Giannini ha subito lasciato intendere le proprie idee: sì al ritorno del bonus maturità, no ai concorsoni e ad un'invasione della tecnologia, unì a ciclo di studi breve.

Quanto al bonus maturità, introdotto dal ministro Francesco Profumo sotto il governo Monti e poi cancellato da Maria Chiara Carrozza durante l'esecutivo Letta, il Ministro spiega: "il voto di maturità non è altro che la sintesi che uno ha fatto nei precedenti anni di carriera scolastica, quindi deve esserci". A creare problemi non è stato il bonus in sé, ma il fatto di aver cambiato le regole in corso, spiega. E' dunque possibile che a partire dal prossimo anno torni in auge.

Degli insegnanti la Giannini crede che il tema della progressione in carriera e della posizione stipendiale sia importante. "In qualunque mestiere chi lavora meglio e lavora di più deve essere premiato. Sia in termini di stima, che economicamente", spiega. Ma basta con i concorsoni: "così come sono stati fatti, hanno creato più problemi che soluzioni", afferma, aggiungendo che non è una cattiva idea affidare ai dirigenti scolastici il reclutamento degli insegnati attraverso colloqui e consultazione dei curricula.

I precari? "Si può curare il male antico introducendo sistemi per non rigenerarlo", spiega.

Il Ministro ha poi lodato le valutazioni "classiche" degli studenti, quelle dei test Invalsi, per intendersi, frenato su un eccessiva proliferazione della tecnologia nelle scuole ("Ho l'idea che se spariscono i libri non va bene, deve esserci anche un contatto con la dimensione cartacea della cultura") e sul ciclo scolastico breve di quattro anni.

Per quanto riguarda il prelievo sugli stipendi dei collaboratori scolastici (Ata), che dovrebbe partire a marzo per risolvere il problema dei compensi dati erroneamente, la Giannini fa sapere di conoscere il problema promettendo una soluzione ma anche colloqui serrati con il collega all'Economia, Pier Carlo Padoan.
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