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Renzi davanti al Senato: le riforme saranno fatte nei tempi stabiliti

Politica
Renzi davanti al Senato: le riforme saranno fatte nei tempi stabiliti
(Teleborsa) - "Ci avviciniamo in punta di piedi e con rispetto profondo e non formale che si deve a quest'Aula e alla storia del paese che qui ha un simbolo". Così il premier Matteo Renzi dinanzi al Senato durante il discorso per la fiducia al nuovo governo. Alle 20 sono previste le dichiarazioni di voto e alle 22 la prima chiama. Domani sarà la volta della Camera.

Come previsto, economia e riforme, sono stati i temi cardine del discorso del presidente del Consiglio. L'Italia deve arrivare al semestre di presidenza europea con un "pacchetto di riforme approvate", partendo da quelle elettorali e istituzionali da concordare anche con le forze politiche che non stanno nella maggioranza, e da "realizzare nei tempi già stabiliti". Chiediamo fiducia a questo Senato perché pensiamo che "l'Italia abbia la necessità di recuperare fiducia per uscire dalla crisi, è arrugginita, impantanata da una burocrazia asfissiante".

Per Renzi, l'Italia è "curiosa e brillante, è un'Italia che si vuole bene e che ci tiene a presentarsi bene". E' un Paese che non ci segue perché è avanti a noi: "siamo noi che dobbiamo inseguire" e faremo "di tutto per raggiungerlo con un pacchetto di riforme".

Secondo l'ex sindaco di Firenze, andare avanti fino al 2018 ha un senso se si avverte "la consapevolezza dell'urgenza di misure per il cambiamento". Avremmo preferito un "chiaro mandato elettorale", ma "propongo che questa sia la legislatura della svolta", per indicare una "prospettiva di futuro" e dopo aver vissuto "il semestre europeo come l'occasione per sei mesi di guidare le istituzioni dell'Europa".

Il primo impegno è lo "sblocco totale" dei debiti della Pubblica Amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti. Lo ha assicurato Renzi preannunciando anche "un programma straordinario nell'edilizia scolastica sui territori, partendo dalle richieste dei sindaci".

Quanto al lavoro "non ci saranno parole, ma interventi precisi".

Renzi poi coglie l'occasione per togliersi qualche sassolino nella scarpa: "Mentre qualcuno si divertiva il PIL ha perso punti, la disoccupazione giovanile è aumentata, la disoccupazione è passata dal 6,7% al 12,6%. Questi non sono numeri di una crisi, sono numeri di un tracollo".
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