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Precari della scuola, arriva un nuovo ammonimento dalla UE

Economia, Welfare
Precari della scuola, arriva un nuovo ammonimento dalla UE
(Teleborsa) - Se il precariato è una piaga largamente diffusa in Italia, l'impiego (o l'abuso) di questo strumento nella scuola ha creato non pochi problemi all'Italia, a partire dall'ennesima bacchettata arrivata da Bruxelles, dopo il rimprovero dello scorso novembre.

La questione dei precari della scuola, circa 140 mila insegnanti supplenti che ogni anno ricevono un mandato, limitato alla scadenza dell'anno scolastico, è tornata sul tavolo dela Commissione europea, per un parere sollecitato dalla Corte di Giustizia, su una questione sottopostale dalla nostra Corte costituzionale.

La direttiva europea 70 del 28 giugno 1999, non certo recente, prevedeva l'assunzione a titolo definitivo di tutti i dipendenti che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio, anche non continuativo.

La domanda che la Commissione si è posta è se, per garantire una certa flessibilità negli organici, sia veramente necessario ricorrere a una successione di contratti a termine senza alcun limite, potendo il Ministero meglio assolvere il suo compito con "un numero massimo di rinnovi" del contratto concluso con ciascun insegnante o fissando un "tetto massimo alla durata" dello stesso. Come sempre, il metodo prescelto dall'Italia è poco chiaro e poco trasparente, secondo il punto di vista degli esperti di Bruxelles.

Chi sono i precari? Sono insegnanti che vengono spesso assunti a tempo determinato in supplenza di docenti in organico, che si siano dovuti assentare per un periodo più o meno lungo nell'anno scolastico. Fra i precari rientra anche il personale ATA, meglio conosciuto come bidelli, cuochi, personale amministrativo e così via.

Il Miur ora sarà costretto a rispondere, con una memoria difensiva, come già avvenuto due mesi fa, in cui si sottolinea che il governo italiano sta già procedendo a stabilizzare questo esercito di precari. Tuttavia, se la Corte europea non accetterà questa giustificazione, l'Italia potrebbe incorrere in sanzioni economiche pesanti.
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