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"Don't cry Argentina". Buenos Aires sfida gli speculatori

Economia
"Don't cry Argentina". Buenos Aires sfida gli speculatori
(Teleborsa) - "Don't cry for me Argentina". Il testo della colonna sonora del film Evita, interpretato da Madonna, torna oggi d'attualità a causa della grave crisi che ha colpito il Paese sudamericano, una delle vittime delle scelte di politica monetaria della Federal Reserve.

Infatti, il peso Argentino ha subito una massiccia svalutazione la scorsa settimana, spaventando i mercati globali e volando sulla soglia degli 8 pesos per dollaro. Un movimento che ha messo in crisi il Governo di Buenos Aires e la già scomoda posizione del Presidente Cristina Fernandez de Kirchner, oggi rifugiatasi a Cuba (ufficialmente è in visita ufficiale).

Il Ministro dell'economia Axel Kicillof, nel corso del weekend, ha tentato una reazione a caldo agli eventi di venerdì scorso, minacciando gli speculatori di non far salire il cambio oltre la soglia critica degli 8 pesos, che il Governo considera ora adeguata. Il timore è un assalto alla soglia dei 13 pesos per dollaro.

Un braccio di ferro, intanto, è in corso fra il Governo argentino, reduce da una profonda crisi e da un default ad inizio 2000, e gli investitori internazionali, cui ha dato voce uno degli squali di Wall Street, il finanziere Paul Singer. Quest'ultimo, commentando gli ultimi accadimenti, ha sollecitato Buenos Aires a fare un passo indietro e trovare un accordo giudiziario con i suoi creditori per poter tornate a pieno titolo sui mercati collocando bond (l'esilio sta costando miliardi di dollari l'anno al governo argentino).

Cosa accadrà ora all'Argentina? La sua posizione non è molto diversa da quella di altre grandi economie emergenti, non ultimo il Brasile. Anche la lira turca recentemente ha subito pesanti svalutazioni e non sono da meno la rupia indiana ed il rublo russo.

Una situazione strettamente connessa al "tapering" avviato dalla Federal Reserve, che si riunirà nuovamente questa settimana per decidere se accelerare o mantenere fermo l'attuale piano di riduzione degli acquisti di asset. L'aspettativa è alta ed intanto si affaccia lo spettro del contagio. I mercati ne hanno già fatto le spese venerdì scorso.
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