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Cose Turche, ma soprattutto Bizantine

Grano, Svezia, UE, Russia, Siria, Armi…

Da anni, la Turchia stupisce le diplomazie di tutto il mondo per la capacità manovriera che dimostra nell'occupare sempre nuovi spazi sullo scacchiere internazionale, per la straordinaria fertilità delle iniziative che mette in campo e per la capacità di legare ogni soluzione che propone alla creazione di nuovi problemi.

Una strategia neo-Ottomana, che si richiama al comportamento dell'Impero di Bisanzio: era troppo piccolo e circondato da popolazioni ostili per poter adottare le politiche di potenza di Roma, e quindi doveva creare condizioni di continua incertezza che rendessero le alleanze sempre molto complesse da gestire ed i rapporti con i nemici sempre in grado di prefigurare possibili terreni di intesa.

Ogni colpo di scena prelude ad un'altra mossa a sorpresa, ma soprattutto è calcolato per provocare le reazioni degli interlocutori.

In questi giorni, la prima notizia ad aver suscitato clamore è stata la consegna da parte della Turchia al Governo ucraino di alcuni militari del Gruppo Azov che si erano arresi alle truppe russe dopo una complessa trattativa diplomatica, che prevedeva che sarebbero stati trattenuti in Turchia fino alla fine delle ostilità: era indubbiamente uno sgarbo fatto a Mosca ed un favore reso a Kiev, di cui non si comprendeva bene il motivo.

Nel frattempo, il tempo stringeva su quattro questioni di grande rilievo: la adesione della Svezia alla Nato, non ancora perfezionatasi per la solitaria contrarietà espressa da Ankara che si era lamentata della protezione offerta da Stoccolma a presunti terroristi turchi; la scadenza dell'Accordo umanitario che permette l'esportazione del grano ucraino e su cui vigila la Turchia per evitare che ci sia un traffico di armi sulle navi che arrivano nei porti ucraini per imbarcare i cereali; la questione degli armamenti americani forniti alla Turchia, dagli F-35 agli F-16, bloccati da una decisione congressuale a Washington per ritorsione nei confronti dell'acquisto di armamenti russi da parte di Ankara; la presenza di truppe turche nel nord della Siria a protezione dei confini meridionali della Turchia, per evitare la formazione di un vero e proprio Kurdistan che leghi insieme le popolazioni curde che risiedono nel nord dell'Iraq a quelle che vivono nel nord della Siria. La questione siriana è particolarmente spinosa per gli Usa, che hanno subìto lo smacco di una Russia schierata da anni a difesa del regime di Assad, che pure era stato accusato di atti di violenza inaccettabile nei confronti delle proteste della popolazione inerme, facendo uso di gas letali.

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