Non c'è tanto un pericolo di default finanziario, ma quello di una
crisi sociale, esacerbata dalla enorme divaricazione dei redditi e delle condizioni di vita che si è andata creando: dallo smart working obbligatorio per evitare i contagi siamo passati a quello reso indispensabile per risparmiare sulla benzina che serve per andare in fabbrica o in ufficio. Sono soprattutto gli
anziani con pensioni modestissime e le donne sole con figli minori ad essere colpite da questa condizione.
Un Paese che ha fatto della mobilità il senso stesso della esistenza, lo strumento per poter cogliere ogni opportunità, si sta bloccando. Ci sono i centri delle grandi città, in cui i prezzi degli affitti crollano perché gli uffici sono stati abbandonati, i centri commerciali sempre più deserti per via dell'incremento esponenziale dell'e-commerce, mentre nelle periferie la vita si abbrutisce ed aumentano i senza dimora.
C'è un problema profondo, di comprensione della realtà, di interpretazione delle tendenze.
Si trascorre troppo tempo di fronte agli schermi dei computer e troppo poco ad osservare la realtà che ci circonda: consultiamo dati statistici su tutti i fenomeni economici e finanziari, abbiamo aggiornamenti in tempo reale delle quotazioni di Borsa di tutto il mondo, mentre
non ci accorgiamo di ciò che succede nelle nostre città, nelle campagne circostanti. I temi della vita sociale rimangono in ombra, trascurati, mentre dalla loro dinamica e da questa organizzazione tutto dipende.
Non una nuova crisi finanziaria, ma socialeSintomi Americani(Foto: romanbarkov | 123RF)
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