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Sintomi americani

Non una nuova crisi finanziaria, ma sociale


Il totale del risparmio delle famiglie americane, che alla fine del 2019 ammontava a 1.237 miliardi di dollari, era arrivato al massimo storico di 2.887 miliardi alla fine del 2021, ed ora è sceso a 2.281 miliardi: questa riduzione del risparmio è andata a finanziare gli acquisti, e dunque l'inflazione.

Ed infatti di recente c'è stato un vistosissimo aumento dei prezzi degli immobili: fatto pari a 100 il prezzo del 1980, l'indice era salito a quota 381 nel 2007, alla vigilia della Grande crisi finanziaria, per scendere a 308 nel secondo trimestre del 2012. Da allora si era registrata una crescita continua: dopo aver raggiunto il livello di 450 nel primi trimestre del 2020, l'indice si è impennato fino alla quota di 578 che è stata raggiunta nel primo trimestre di quest'anno: nel settore immobiliare siamo in presenza di una bolla dei prezzi, cresciuti del 128% nel giro di due anni. Non c'è alcun dubbio che il risparmio accumulato forzatamente durante i mesi di pandemia sia andato ad alimentare gli acquisti di case.

Se da una parte c'è un "effetto ricchezza reale" per chi già possiede casa, c'è un "effetto povertà reale" per chi la vuole comprare: non solo si deve fare i conti con il minor reddito reale disponibile e con la minore percentuale di risparmio accantonabile, ma anche con l'aumento dei tassi sui mutui immobiliari. I tassi fissi sui mutui a trent'anni sono passati dal 2,66% del dicembre 2020 al 5,81% di questo mese di giugno: praticamente raddoppiati in un anno e mezzo. A tassi variabili, si è passati dal 2,41% dello scorso dicembre al 4,41% di questo stesso mese: anche in questo caso, praticamente raddoppiati ma in appena sei mesi.

Il controllo dell'inflazione avrà un grande peso, perché il punto di rottura del sistema non è rappresentato solo dalla quota del reddito delle famiglie che viene assorbita dal rimborso dei mutui e dei prestiti in generale, ma ancor dai costi essenziali per poter vivere e lavorare: dal prezzo dei carburanti e delle bollette della luce, che hanno registrato aumenti a tripla cifra, al canone di affitto di casa che è già aumentato in media del 7% dal 2019 ad oggi, ma nelle grandi città di una decina di punti percentuali in un solo anno, adeguandosi al maggior valore immobiliare.
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