Solo sul finire del
2011 anche la
BCE decise di portare a zero i tassi di riferimento ed a finanziare le banche con rifinanziamenti a più lungo termine,
Ltro (Long term refinancing operation), che vennero erogati senza limite di importo prefissato.
Per quanto riguarda l'
Europa, la terapia principale è stata quella del Fiscal Compact: tenendo sotto controllo il deficit e le spese pubbliche e forzando la mano sulla
pressione fiscale per diminuire le importazioni. Per altro verso, si imponeva maggiore flessibilità al mercato del lavoro, facendo
flettere verso il basso i salari, per aumentare la competitività delle imprese esportatrici sull'estero e riassorbire il deficit commerciale.
Ne è derivata una
bassa crescita complessiva, per via della domanda interna gracilissima, ed una tendenza dei prezzi a scendere:
la deflazione è drammatica per le imprese, perché comporta che vendano ad un livello di prezzi inferiore rispetto a quello di acquisto. La stessa BCE si è posta per anni l'obiettivo di portare l'inflazione ad un tasso vicino ma non superiore al 2% annuo e di sostenere i conti delle imprese e degli Stati tagliando i tassi di interesse sui debiti.
Sui titoli pubblici, l'effetto è stato il ribaltamento completo della logica, con i
rendimenti nominali a livello negativo: gli investitori pagavano un costo sul capitale impiegato anziché incassare una rendita.
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