Il dollaro era diventato centrale: anche la Gran Bretagna, nonostante avesse finanziato direttamente gli altri Governi cobelligeranti, aveva dovuto contrarre debiti con gli Usa.
La quantità di
oro che era stato dato a garanzia dei prestiti contratti con gli Usa aveva
svuotato i forzieri di tutte le Banche centrali europee riempiendo quello del Tesoro americano: la forza del dollaro stava tutta lì.
Le vicende della Seconda guerra mondiale furono assai simili, concludendosi con gli
Accordi di Bretton Woods che decretarono il Dollaro come l'unica moneta convertibile in oro: il cambio fu stabilito in 35 dollari per una oncia.
Un'altra
guerra, quella del Vietnam in cui gli Usa si erano impelagati,
provocò un nuovo sconquasso monetario: il 15 agosto del '71, il Presidente americano Richard Nixon dichiarò il recesso unilaterale dall'impegno alla convertibilità. La bilancia commerciale era in forte passivo e non c'era abbastanza oro per convertire l'attivo degli altri Paesi: fu una violazione senza precedenti della legalità internazionale, perché gli Usa violavano un Trattato internazionale che avevano imposto a tutti, con quella clausola specifica che sanciva la predominanza del dollaro sulla scena internazionale.
Paradossalmente, la conseguenza della decisione di Nixon fu quella di aumentare lo strapotere del dollaro. Essendo ancora per diversi multipli la prima economia del pianeta,
gli Usa riuscirono a mantenere il ruolo esclusivo del dollaro in tutte le transazioni internazionali: commerci, depositi, investimenti, quotazioni delle materie prime come il petrolio, tutto avveniva ed avviene anche oggi in dollari.
Per gli europei, questa condizione di minorità era stata definita
la "tirannia" del dollaro: non solo le monete nazionali erano troppo esposte alla speculazione internazionale sui cambi, ma anche le politiche monetarie erano fortemente influenzate dalle decisioni della Fed. Bastava che questa alzasse i tassi, per vedere il dollaro rafforzarsi ed i capitali volare oltre Atlantico. Come se non bastasse, anche
all'interno dell'Europa accadeva qualcosa di molto simile: tutti soffrivano l'egemonia del Marco tedesco.
Furono la caduta del Muro di Berlino e l'imminente collasso dell'URSS, anche in questo caso una rivoluzione geopolitica, ad accelerare nel 1990 la decisione di creare una Moneta Unica Europea, l'Euro, che rappresentò una soluzione al duplice problema:
sottrarsi sia alla "dittatura" del dollaro che alla egemonia del marco tedesco.
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