Sono
sempre le guerre che decidono i destini delle monete: guardando alla Storia si intuisce che anche stavolta ci possiamo attendere conseguenze sistemiche. Pur trattandosi di un conflitto militare territorialmente circoscritto alla Ucraina,
le implicazioni economiche e finanziarie che ne derivano sono globali perché, se le sanzioni sono state irrogate da una serie di Paesi, principalmente dagli Usa e dall'Unione europea, il fronte di quelli che si sono astenuti finora dal comminarle è assai ampio.
Le storie della Sterlina, del Dollaro e dell'Euro sono direttamente legate ad eventi bellici ed a rivolgimenti geopolitici.C'erano i tempi beati per Londra, quelli in cui era la Sterlina a dominare il sistema monetario globale: fu all'incirca un secolo, dall'inizio dell'Ottocento fino alla Prima guerra mondiale.
Nonostante l'enorme debito accumulato dall'Inghilterra per finanziare il conflitto mondiale ed il mancato pagamento da parte della Germania dell'enorme carico delle Riparazioni che le erano state imposte, la Sterlina continuò ad essere centrale, soprattutto imponendola come moneta di riferimento per i continui salvataggi nei Paesi che più di tutti avevano subito per i danni della guerra. Assai astutamente, non solo gli aiuti internazionali venivano concessi in sterline, ma un apposito Comitato finanziario istituito presso la Società delle Nazioni e nel quale sedevano i delegati della Banca d'Inghilterra, controllava le erogazioni. Praticamente,
questo Comitato era l'antenato della Troika (FMI, BCE, Ue) che negli anni scorsi ha proceduto alla supervisione degli aiuti erogati dal ESFM e poi dal MES e del rispetto degli impegni assunti dai vari Paesi: la Grecia ne sa qualcosa.
All'indebolimento non solo britannico durante la guerra corrispose un eccezionale arricchimento da parte degli Stati Uniti, che avevano venduto ogni genere di prodotti per sostenere lo sforzo bellico dei Governi dell'Intesa franco-britannica, cui l'Italia aveva infine aderito.
Tutti i Paesi si erano fortemente indebitati in dollari nei confronti del governo americano. Alla fine della guerra, però, per fare pressione, il Congresso americano condizionò una serie di commerci nei confronti dei Paesi indebitati con gli Usa a saldare i prestiti contratti, magari dopo averli ristrutturati su un lasso di tempo più ampio ed a tassi più convenienti.
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