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20 anni di Euro e 30 anni di Maastricht

Un bilancio fallimentare


C'è una sola verità incontestabile: da 30 anni, dal 1992, l'Italia si trova con un doppio vincolo, fiscale e valutario, da cui non può uscire per via dei Trattati europei, della adesione all'Euro e del Fiscal Compact.

La riduzione dei salari, la compressione della domanda interna, la elevata pressione fiscale e la riduzione costante dei servizi pubblici hanno toccato un livello difficilmente superabile. Il PNRR non ha avuto sin qui concreti svolgimenti, mentre l'inflazione sta erodendo il potere di acquisto delle famiglie e minando gli equilibri delle imprese.

A 30 anni di distanza dalla adozione del Trattato di Maastricht, ed a 20 anni dalla entrata in circolazione dell'Euro, l'Italia è in difficoltà enormemente più gravi di allora: niente crescita, infrastrutture pubbliche abbandonate, smantellamento delle grandi industrie, disoccupazione giovanile, invecchiamento della popolazione, redditi sempre più incerti, abbandono delle Università ed emigrazione dei più qualificati. Ed un debito pubblico che non è mai stato così elevato nella Storia, eccetto che alla vigilia del Fascismo.

Nelle relazioni economiche e sociali, si è perseguita la competitività di prezzo rispetto ai competitori internazionali, il che ha significato ridurre i salari, precarizzare i rapporti di lavoro e ridurre la domanda interna: in queste condizioni, nessun privato ha investito per aumentare la capacità produttiva o anche solo per scalare la catena del valore.

Ci si è accontentati di sfruttare gli investimenti già esistenti: i profitti si sono salvati, ma sono stati reinvestiti sempre più all'estero, finanziando i nostri competitori. Anche l'avanzo delle partite correnti, da anni strutturale, non viene reimpiegato nella economia reale.

Per tenere sotto controllo il deficit di bilancio si è adottata la strategia dell'avanzo primario, che ha trasferito alla rendita finanziaria consistenti quote delle imposte, tagliando gli investimenti infrastrutturali che avrebbero aumentato la produttività.

La Moneta Unica Europea ci ha vincolato sotto il profilo del cambio commerciale, ma ci è stata ostile sotto il profilo finanziario visti i più elevati tassi di interesse pagati dalle imprese. La protezione apprestata contro la speculazione sul debito pubblico è stata tardiva, temporanea e mai risolutiva: i Mercati sono pronti ad imperversare nuovamente.

Un disastro.

20 anni di Euro e 30 anni di Maastricht

Un bilancio fallimentare
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