E' stato un successo eccezionale, sostengono in tanti, avendo superato con successo già due fasi eccezionalmente critiche che avrebbero dovuto mandarla in pezzi.
Non è sufficiente paragonare l'Euro al Dollaro, in una sfida volta a sottrargli il ruolo di protagonista assoluto, affermando che il suo successo è dimostrato dal fatto che è utilizzato da centinaia di milioni di persone, che rappresenta una quota assai consistente delle riserve ufficiali delle Banche centrali di tutto il mondo, e che è il riferimento per un'ampia percentuali delle transazioni commerciali ed internazionali.
Il punto non è solo verificare quanti Euro ci siano in circolazione, quante persone lo usino correntemente, quante transazioni internazionali commerciali o finanziarie lo prendono a riferimento: la sua debolezza intrinseca è dimostrata dal fatto che una grande maggioranza dei contratti derivati, quelli con cui gli operatori economici si coprono dalle fluttuazioni e quelli finanziari speculano, hanno come riferimento le
rischiosità dell'euro, ed in particolare i
tassi di interesse. Questi ultimi rappresentano infatti uno dei riferimenti principali per valutare la solidità prospettica di una moneta.
Nel primo semestre del 2021, i
dati della Banca dei Regolamenti internazionali non lasciano dubbi: rispetto ad un valore nozionale totale di tutte le tipologie di contratti derivati OTC, pari a 610 mila miliardi di dollari, quello dei derivati sugli interessi è stato di 488 mila miliardi. Di questi, 178 mila miliardi (36%) riguardavano gli interessi in dollari e 140 mila miliardi (28%) gli interessi in euro. Rispetto al totale dei contratti derivati, quelli sugli interessi in euro rappresentano il 23% del totale globale e planetario: una enormità.
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