Sono stati questi, nel complesso, gli effetti immediati del piano straordinario di spesa per 1.900 miliardi di dollari voluto dalla Amministrazione Biden appena insediatasi, che si è aggiunto a quello di 900 miliardi annunciato a dicembre.
Le spese in assistenza sociale, pur necessarie per lenire le situazioni di grave difficoltà personale e familiare, stanno disincentivando la ripresa dell'occupazione e quindi della economia reale, scaricandosi sull'inflazione.
In Italia, c'è allarme, anche se l'aumento dei prezzi al consumo ad aprile è stato del +1,3% su base annua rispetto al +1,6% di marzo. L'inflazione di fondo, quella che non tiene conto delle variazioni dei prezzi dei prodotti petroliferi e dei generi alimentari freschi è irrisoria: appena il +0,3% su base annua.
Eppure le imprese si lamentano della crescita dei prezzi all'importazione: escludendo il settore delle costruzioni, l'indice (anno 2015=100) è passato dal livello di 88,4 che era stato registrato ad aprile 2020, a quota 96 rilevata a febbraio 2021. Sono ben 6,7 punti percentuali di aumento in meno di un anno, ma si trascura il fatto che l'indice di questi prezzi era stato di 101,2 a dicembre 2019 e addirittura di 107,3 ad ottobre 2018. Ed ancora, che l'indice era stato di 110,6 punti nel giugno 2014, e addirittura pari a 118,5 nell'agosto del 2012.
I prezzi delle importazioni crollano quando c'è una crisi e crescono velocemente quando c'è la ripresa economica. Ma delle riduzioni di cui le imprese hanno beneficiato, nessuno ne parla.
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