(Teleborsa) - Come integrare la sostenibilità nelle strategie aziendali? Quali modelli di business possono abilitare la trasformazione sostenibile? L’economia circolare può essere il nuovo standard di crescita? Queste le domande alla base del
Sustainability Summit organizzato da
EY, a cui hanno preso parte i responsabili ESG del panorama aziendale ed industriale italiano.
L’iniziativa affonda le proprie basi nei dati emersi dall’
ottava edizione della ricerca "Seize the Change", che analizza i più rilevanti e significativi
trend di sviluppo sostenibile per le imprese del Paese.
“E’ stato possibile evidenziare come le aziende stanno continuando ad aumentare il loro grip e la loro attenzione nel fare dei piani di sostenibilità", ha detto
Riccardo Giovannini, sustainability leader per EY in Italia, aggiungendo "la sostenibilità è vista sempre di più come un elemento strategico".
"Molto interessante anche il fatto che ormai appare
colmato il divario tra piccole e grandi aziende, nel senso che le aziende proseguono una direzione già tracciata da anni mentre le piccole e medie imprese hanno recuperato questo grip, dimostrando che tutta la filiera ormai si è strutturata".
"E’ emerso con grande interesse anche il fatto che la
crisi in Ucraina, non ha sostanzialmente determinato un blocco alle iniziative o al tema della sostenibilità, - ha continuato Giovannini - nel senso che ben il
65% delle aziende dichiara di aver
mantenuto la propria attenzione alla sostenibilità, mentre il restante 35% è formato per la maggior parte da aziende che fatalmente si sono dovute fermare, quindi è più un problema di continuità e non di sostenibilità".
"Grande attenzione anche per la parte relativa alla
rendicontazione, soprattutto in vista dei cambiamenti normativi, che se da un lato spingono ad un maggior rigore, dall’altro rischiano di vanificare gli sforzi realizzati finora".
"Attenzione infine anche alle
performance delle aziende sostenibili, per risolvere un dubbio che nasce automatico osservando questo panorama: le aziende sostenibili guadagno di più? Anche a questa questione risponde Giovannini: “Abbiamo cercato di analizzare o quantomeno di impostare, come analisi, è la relazione tra performance di sostenibilità e performance finanziaria. Abbiamo messo in relazione questo elemento con il trend che le aziende registrano dal lato economico e finanziario e l'elemento che emerge è che le aziende che più sono performanti in questo momento, risultano
più indebitate, in quanto stanno realmente investendo, perché ovviamente un impegno strategico impone un certo impegno anche finanziario".
"Sono i primi risultati e ci daranno modo di raccogliere dati utili per il futuro, perché naturalmente la sostenibilità non è solo ambientale e sociale, ma deve essere anche economica, soprattutto per le aziende”.
La
sostenibilità quindi non è solo un obbligo ma è anche
un asset, che può essere
sfruttato con ancora più efficacia dalla tecnologia; questo aspetto è stato approfondito da
Irene Pipola, Italy Consulting TMT Leader di EY: "La tecnologia ha un ruolo fondamentale è abilitante per tutta la trasformazione sostenibile; oggi è sicuramente uno dei dei temi principali ed è già uno degli ambiti su cui sono orientati la
maggior parte degli investimenti".
"Per individuare le principali macro famiglie, possiamo immaginare una clusterizzazione in cui vediamo da un lato tutte le
tecnologie che aiutano la gestione del programma di trasformazione, mentre dall’altro ci sono una serie di
tecnologie cross industry o vertical Industry, che vanno dalla gestione dei vendor all'utilizzo di artificial intelligence, per ottimizzare alcuni impianti, per arrivare ai meccanismi di circular Economy. C’è poi c'è un
terzo elemento, che sono i
dati: oggi tutto quello che sarà possibile fare in termini sia di miglioramento sia di comunicazione, trova nei dati un alleato fondamentale".
"Ecco che quindi dobbiamo assolutamente
adottare per i dati sostenibili delle accortezze: creazione di data Lake, sviluppo di meccanismi di algoritmi e di Advanced Analytics ed una gestione simile a quelle di impostazione finanziaria".
"Il summit non avrebbe potuto avere luogo senza la
partecipazione delle aziende, che hanno portato su un
piano concreto e fattuale le tematiche approfondite dallo studio di EY; tra queste,
Claudio Farina, Executive VIce President Strategy, Innovation and Sustainability di
Snam, ha condiviso la propria esperienza aziendale: "Per Snam la sostenibilità è
parte fondante delle strategie aziendali, non è qualcosa che viene aggiunta a retrofit rispetto alla definizione delle nostre strategie industriali e tecnologiche".
"La maggior parte del nostro
piano di investimenti, e quindi il modo in cui traduciamo la strategia in azione ed implementazione, è pensato per essere
sostenibile. Ci sono almeno tre famiglie di interventi che vanno in questa direzione: gli
interventi sugli assetindustriali, quindi sulla parte produttiva industriale del nostro business, come ad esempio la sostituzione dei compressori a gas che spingono oggi il gas nel nostro tubo con compressori elettrici, e tutta una serie di miglioramenti per ridurre le perdite di gas".
"Una seconda famiglia sono le
tecnologie digitali e IOT, che servono a migliorare l'efficienza e quindi a ridurre i consumi e le uscite con cui gestiamo la rete e i cicli di manutenzione".
"Una terza famiglia infine comprende gli interventi volti ad
accogliere i gas verdi, i gas del futuro, di cui Snam, come operatore di sistema, si rende abilitatore nei confronti di chi userà la nostra rete per trasportare questi gas, come idrogeno e biometano. L'utilizzo di questi gas in sostituzione di combustibili fossili contribuirà concretamente alla riduzione delle emissioni".