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Prudenti e imprudenti

Dopo essersi cullati nella visione di un mondo perfetto, in cui l'inflazione scende in modo lineare e irreversibile, la crescita rimane eccellente, gli utili riprendono a crescere e i tassi vengono tagliati aggressivamente in tutto il mondo, i mercati devono ora fare i conti con una realtà che, senza essere necessariamente molto diversa, è più complessa di come la si immagina. I paradigmi sono sempre puliti e disegnati con la ligne claire dei fumetti di Hergé (o, per i più giovani, con la grafica dei videogiochi), dove non ci sono mai detriti, polvere o fumo. La realtà è, sempre e comunque, più confusa.

Prendiamo i dati, ovvero i mattoni che si usano per impostare politiche pubbliche e strategie imprenditoriali o per costruire portafogli. I dati non sono certezze assolute. Il 2 febbraio, ad esempio, verrà pubblicata la revisione ufficiale dei dati sull'occupazione americana del 2023. Le attese sono per numeri meno brillanti di quelli che abbiamo festeggiato ogni primo venerdì del mese. Verrà poi a breve pubblicata la revisione dei dati sull'inflazione. L'anno scorso la revisione fu deludente, perché mostrò che nel 2022 l'inflazione era stata più alta di quella che era stata calcolata in precedenza.

Oppure prendiamo l'intelligenza artificiale, il cui sviluppo impetuoso giustificherebbe, agli occhi di una parte dei mercati, il rialzo continuo e quasi senza limiti delle società del settore e poi, in prospettiva, di tutto l'apparato produttivo globale (e quindi delle borse nella loro interezza). Bene, dopo i progressi eccezionali della prima metà del 2023 si comincia a capire che gli LLM (i modelli linguistici di grandi dimensioni) hanno ancora da dare molto in termini di applicazioni, ma non sono, né si avvicinano a essere, né saranno mai, modelli realmente intelligenti. Continueranno quindi a svilupparsi in modo accelerato, ma non rappresenteranno un salto qualitativo decisivo. La reazione del mercato agli utili pubblicati negli ultimi giorni dai colossi della tecnologia sembra dimostrare una migliore percezione di questi limiti. È giusto accompagnare la costante crescita di questi utili con un rialzo altrettanto costante dei titoli, ma l'espansione continua dei multipli è imprudente.
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