(Teleborsa) -
Pechino ha definito il corso della
politica economica per il prossimo anno, deludendo gli investitori per
l'assenza di indicazioni chiare circa il lancio di nuovi stimoli, solo "promessi". Le autorità, riunite per la consueta conferenza annuale del partito comunista hanno definito le linee guida del nuovo piano di stimoli, in gran parte già annunciati dalle autorità cinesi. Un nulla di nuovo all'orizzonte cui i
mercati hanno reagito piuttosto male, accumulando perdite nell'ordine del 2%.
L'impegno a promuovere "vigorosamente" i consumi I leader del partito comunista, riuniti per la annuale
Conferenza sulla politica economica - Central Economic Work Conference - hanno ribadito che gli
sforzi "vigorosi" per aumentare i consumi interni restano la massima priorità del Paese.
Il presidente
Xi Jinping e gli alti dirigenti del partito comunista si sono inoltre impegnati ad
aumentare il deficit fiscale cinese e anche ad
emettere bond di lunghissimo termine per finanziare la ripresa dei consumi. Quanto alla
politica monetaria, i leader cinesi confermano che resterà
fortemente espansiva, per combattere la piaga della deflazione, ma non sono state date indicazioni precise circa un nuovo taglio dei tassi e la riduzione delle riserve delle banche che - si afferma - avverrà "al momento opportuno".
Le autorità cinesi hanno promesso di
stimolare la domanda interna "in tutte le direzioni" e di mettere a punto altre "azioni speciali", senza però dare precise indicazioni al riguardo.
Secondo gli analisti di Jp Morgan, il prossimo anno saranno annunciati un
deficit record e l'emissione di
titoli di stato ultra lunghi sino a 2 trilioni di renminbi (circa 275 miliardi di dollari), ma per ora nessuna certezza ha potuto sostenere le borse cinesi.
I leader del partito comunista, in questa Conferenza, hanno formulato anche le
nuove stime di crescita del PIL e sul deficit per il 2025, ma i numeri si conosceranno solo a marzo, in occasione della tradizionale relazione al Parlamento.
La strategia anti-Trump Il focus sui consumi interni ha una chiara matrice strategica, poiché la
carenza di domanda interna da parte dei consumatori e delle imprese ha lasciato la Cina particolarmente esposta all'andamento delle
esportazioni. Una dipendenza che oggi viene considerata un elemento di
fragilità, alla luce dei nuovi
dazi minacciati dal Presidente eletto Donald Trump.
Il rapporto conclusivo della Conferenza annuale confermala che la Cina "si trova ad affrontare un
impatto negativo sempre più grave a causa del
cambiamento dell’ambiente esterno" e che "l’economia deve ancora affrontare molte difficoltà e sfide".
Borse cinesi giù a causa della delusioneI mercati azionari speravano certamente in qualcosa di più convincente da parte delle autorità cinesi, che invece hanno nuovamente
deluso le borse, a causa della mancanza di dettagli sui futuri piani di stimolo.
La piazza di
Shanghai ha quindi lasciato sul parterre l'1,8%, mentre la borsa di
Shenzhen è scesa del 2% e l'indice Hang Seng di
Hong Kong è crollato dell'1,9%, a causa dell'
esito giudicato "deludente" della due giorni di politica economica. Agli investitori è parso che le autorità cinesi abbiano fatto più un riassunto degli stimoli promessi nell'ultimo periodo, più che un vero programma sui nuovi aiuti di cui non si conosce ancora l'entità.