(Teleborsa) - Secondo l'ultimo
EY Global Climate Action Barometer 2024, le aziende di tutto il mondo, comprese quelle italiane, stanno adottando
piani d'azione concreti per affrontare i rischi legati al
cambiamento climatico e trasformarli in opportunità di crescita e sviluppo, contribuendo così a raggiungere gli obiettivi di transizione stabiliti in termini di
emissioni di
CO2, livelli di temperatura e capacità di adattamento agli impatti del cambiamento climatico.Questi trai principali temi discussi in occasione della 29esima
Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici (COP29) che si è tenuta quest’anno a
Baku, in Azerbaigian.
Giunto al suo sesto anno, l’EY Global Climate Action Barometer 2024 analizza come le aziende si stanno comportando per mitigare le sfide poste dal cambiamento climatico, basandosi su un
panel di oltre 1400 aziende in più di 50 Paesi e operanti in diversi settori, ed esamina i loro piani di transizione e le informazioni finanziarie stabilite dalla
Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD), istituita per consolidare le informazioni finanziarie in questo ambito.
A
livello globale, secondo i dati EY, emerge come il 41% delle realtà prese in esame abbia già in atto piani per gestire i rischi climatici, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi globali di
decarbonizzazione, mentre poco più di un quinto, il 21%, abbia l'intenzione di svilupparne in futuro. Un numero crescente di aziende – il 67% in totale, in aumento rispetto al 58% dell'anno scorso – sta utilizzando l'analisi degli scenari, come raccomandato dalla TCFD, per valutare la scala e i tempi dei possibili
rischi climatici, continuando una tendenza al rialzo rispetto agli anni precedenti; inoltre, quasi tre quarti (71%) hanno utilizzato sia analisi
qualitative che
quantitative.
"Le aziende sono ormai consapevoli che la decarbonizzazione non è solo una necessità, ma un'opportunità senza precedenti per innovare e crescere. Grazie all'adozione di piani di transizione strategici, ambiziosi e investimenti mirati, le imprese possono non solo mitigare i rischi climatici, ma accelerare sul percorso di decarbonizzazione, che è ormai tracciato e irreversibile. A questo proposito, quasi la totalità delle realtà italiane esaminate nella nostra analisi, il 99%, fa disclosure delle informazioni relative alle azioni relative alla sostenibilità, in particolare sul clima, rispetto al 94% del campione mondiale, a testimonianza del loro impegno concreto e trasparente. Coloro che saranno in grado di stare al passo con la trasformazione e farla propria, saranno capaci di costruire un futuro più sostenibile e di crescita, garantendo la competitività a lungo termine in uno scenario internazionale fatto di sfide, ma soprattutto di opportunità da cogliere", ha commentato
Marco Duso, EY Italy and EMEIA Sustainability Leader.
Focalizzando l’attenzione sulla la qualità delle
informazioni divulgate, il punteggio medio tra i Paesi presi in esame è del 54%, superiore al 50% dell'anno scorso, con le percentuali più alte registrate nel Regno Unito (69%), nella Corea del Sud (62%), in Giappone (61%), in Europa (61%) mentre il Medio Oriente (29%) si trova in fondo alla classifica. L’Italia si posiziona leggermente sopra la media europea (62%) sempre per quanto riguarda la qualità delle informazioni divulgate.
Quasi il 68% delle
realtà italiane coinvolte nell’analisi, rispetto al 47% del campione mondiale, ha specificato azioni quantitative, corredate da target numerici, relativamente all’analisi degli scenari delle emissioni. Gli scenari di emissione più comunemente indicati dalle aziende nazionali (59%)sono quelli riferiti allo scenario RCP 8.5 (scenario in cui le emissioni di gas a effetto serra aumentano senza alcuna misura di contrasto al cambiamento climatico) seguiti (50%) dallo scenario NetZero 2050 ovvero per raggiungere l'obiettivo zero emissioni nette entro l’anno 2050.
A
livello mondiale, oltre l’83% delle imprese effettua disclosure delle informazioni relative ai rischi, ma in Italia la percentuale sale fino oltre il 90%. Inoltre, l’85% del campione nazionale dichiara anche le opportunità, rispetto all'74% a livello globale, in particolare in ambito di prodotti e servizi (73%), di efficientamento delle risorse (44%) e di risorse energetiche (32%).
Nel Paese, il 70% delle aziende, contro il 60% del campione mondiale, fornisce
informazioni relative ai piani di
transizione energetica con le autorità regolatorie, gli stakeholder industriali e le varie associazioni. Inoltre, oltre il 73%, rispetto al 65% a livello mondiale, fornisce anche una roadmap supportata da azioni sul breve, medio e lungo periodo. Osservando i settori di attività,sempre in Italia, si rileva come i comparti Insurance, Agriculture Food and Forest products, Telecommunication and Technology divulghino nella totalità (100%) i propri piani di decarbonizzazione, seguiti dal settore bancario (85%), dei trasporti (83%) ed energetico (66%).