(Teleborsa) -
"La proroga al 16 gennaio 2025 del versamento della seconda rata di acconto delle imposte sui redditi, decisa a pochissimi giorni dalla scadenza, rimette in discussione tutto il lavoro già svolto dai commercialisti, oltre a minare il rapporto tra fisco e contribuenti. Assistiamo ancora una volta alla totale mancanza di rispetto da parte del governo nei confronti dei professionisti, che hanno già concluso la determinazione degli acconti in scadenza, ne hanno dato comunicazione ai clienti ai quali non può essere negato il diritto di fare una programmazione dei flussi finanziari. Programmazione che è evidente che manchi al Legislatore, che non permette di poter adempiere agli obblighi tributari con certezza, determinazione e soprattutto con i giusti tempi”. Lo afferma
Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
“Non siamo contrari al provvedimento nel merito, ma nel metodo, perché un provvedimento comunicato quattro giorni prima della scadenza, perde di efficacia e crea un’utile duplicazione delle attività dei nostri studi”, sottolinea Cataldi. “All’esecutivo chiediamo di limitarsi ad applicare l’articolo 3 dello Statuto del Contribuente: «In ogni caso, le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dell'adozione dei provvedimenti di attuazione in esse espressamente previsti». In attesa di rivedere il calendario fiscale, basterebbe applicarlo per rispettare contribuenti e commercialisti”.