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COP29, Brancaccio (Assorestauro): "patrimonio culturale chiave per sviluppo sostenibile e resiliente"

Economia
COP29, Brancaccio (Assorestauro): "patrimonio culturale chiave per sviluppo sostenibile e resiliente"
(Teleborsa) - "Il cambiamento climatico rappresenta una delle principali minacce per il patrimonio culturale mondiale, sia materiale che immateriale. Fenomeni come l'innalzamento delle temperature, l'erosione costiera, eventi climatici estremi e l'acidificazione degli oceani mettono a rischio monumenti, siti archeologici e tradizioni che definiscono l'identità culturale delle comunità” : lo sottolinea la Vicepresidente di Assorestauro Francesca Brancaccio, intervenuta a Baku in occasione della COP29. “Questo patrimonio unico e significativo, salvaguardato da organizzazioni internazionali come l'UNESCO e l'ICOMOS, richiede interventi coordinati e collaborativi per garantire la sua preservazione per le generazioni future. Oltre all’impegno delle istituzioni governative, un ruolo fondamentale è svolto da organizzazioni private e reti di imprese, come Assorestauro, che rappresenta la filiera italiana del settore del restauro. Attraverso la partecipazione a progetti nazionali e internazionali, queste realtà mettono in campo esperienze consolidate per intervenire sui beni culturali con metodologie sostenibili e innovative. La cooperazione tra istituzioni, imprese e comunità locali è essenziale per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico e preservare il patrimonio culturale come pilastro dell'identità globale”

Il patrimonio culturale non è solo un elemento da conservare - precisa la Brancaccio - ma un motore per uno sviluppo sostenibile e inclusivo. L’adozione di strategie mirate e metodologie innovative consente di bilanciare la conservazione con le esigenze contemporanee, dice spiegando che la sostenibilità rappresenta un principio guida nel restauro e nella conservazione degli edifici storici.

Brancaccio osserva anche che la progettazione resiliente del patrimonio culturale implica un approccio olistico che considera le implicazioni del cambiamento climatico fin dalle prime fasi dell’intervento, citando tra le buone pratiche emergenti: L’uso climaticamente neutro dei siti, con un occhio di riguardo per le energie rinnovabili; Il riuso di materiali e tecniche tradizionali per ridurre l’impatto ambientale e L’adozione di soluzioni innovative per mitigare gli effetti di eventi climatici estremi.

La sfida della conservazione del patrimonio culturale in un contesto di cambiamento climatico richiede il coinvolgimento di un’intera filiera: analisi, rilievo e diagnostica, progettazione, produzione di materiali e tecnologie, imprese di restauro e valorizzazione. Solo attraverso una collaborazione sinergica tra tutti gli attori - conclude - sarà possibile ridurre la vulnerabilità dei beni culturali e garantire che possano continuare a raccontare la loro storia alle generazioni future. In un mondo sempre più esposto ai rischi climatici, preservare il patrimonio culturale non è solo una questione di identità, ma anche di sviluppo sostenibile, resilienza e coesione sociale.
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