(Teleborsa) - "A un certo punto dell’anno, alle
analisi economiche si deve giocoforza affiancare uno scrutinio delle evidenze quantitative mediante la semplice aritmetica. Nella metrica corretta per i giorni di calendario i primi nove mesi del 2024 segnano un tendenziale del PIL a più 0,4%. Non sarebbe dissimile, secondo le nostre
stime, l’andamento dell’ultimo quarto, con un novembre in crescita congiunturale di un decimo di punto e un tendenziale a +0,5%. Aggiungendo, quindi, due decimi dovuti al maggior numero di giornate lavorative, la chiusura del 2024 si collocherebbe a
+0,6%, lontano dall’obiettivo dell’1%, il cui raggiungimento sarebbe ormai condizionato a un’accelerazione finale scarsamente probabile, almeno stando alle serie storiche delle variazioni congiunturali degli ultimi venti anni". È quanto evidenzia
Confcommercio nella sua analisi sulla
congiuntura economia dell'Italia.
"Rispetto al mese scorso si confermano tutti i
segnali di debolezza già individuati, con la conferma, secondo la stima provvisoria per settembre, di un arresto nella crescita dell’occupazione – prosegue l'analisi –. Inoltre, la
produzione industriale continua a stentare e le presenze turistiche, valutate anche in questo caso in formulazione provvisoria, sarebbero caratterizzate, a settembre, da una variazione moderatamente negativa rispetto allo stesso mese del 2023, con la componente italiana ancora in forte calo (circa -4%).
"Non muta, altresì, il panorama dei
consumi, l’anello debole di un frangente congiunturale che si protrae da troppi mesi. A ottobre stimiamo per l’
ICC (Indicatore dei Consumi Confcommercio) una variazione negativa di mezzo punto nella metrica destagionalizzata e una modesta crescita (+0,4%) per il tendenziale grezzo, dopo una riduzione a settembre. Certo, non mancano spunti favorevoli: crescono acquisti e consumi di comunicazioni e cura della persona, attrattori strutturali della spesa delle famiglie. Bene, sempre a ottobre, la spesa per servizi ricreativi e culturali e l’elettronica di consumo, mentre la battuta d’arresto per i consumi fuori casa avvantaggia l’alimentazione domestica", ha sottolineato Confcommercio.
"Ma, nel complesso, a partire dalla nuova riduzione della
spesa per
abbigliamento e
calzature e dalle perduranti difficoltà dell’
automotive, mancano impulsi significati di vivacità. Le aspettative per i consumi di dicembre restano ben orientate, ma solo sulla scorta di una residuale speranza che prima o poi i maggiori redditi reali si trasformino in maggiori consumi. I prossimi giorni, a cavallo del
Black Friday, diranno se tali aspettative sono fondate".
"La risalita, secondo le nostre stime, dell’
inflazione su base annua a novembre (e presumibilmente dicembre) sopra l’1% è frutto di un effetto base, perfettamente in linea con le previsioni e non desta preoccupazione", conclude Confcommercio.