(Teleborsa) - "L'art. 112 della bozza
legge di bilancio che prevede la nomina di un rappresentante Mef negli organi di controllo per le imprese che ricevono un contributo superiore ai
100.000 euro, è stata oggetto, fin dalla prima lettura, di numerose critiche e, per tale motivo, dal mondo delle professioni, in modo pressoché unanime, se ne è chiesta la soppressione". Lo dichiara
Marcella Caradonna, presidente dell’
ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano.
"Non appare neppure percorribile l'ipotesi di una maggiore
rendicontazione nell'uso dei contributi fatta dai sindaci già presenti nelle società. Soluzione – sottolinea Caradonna – che va contro le
strategie di
semplificazione e
riduzione degli adempimenti formali che tutti auspichiamo. Non posso quindi che accogliere con plauso l'emendamento presentato da
Gusmeroli e altri, (che ha recepito anche alcune mie riflessioni), che ha raggiunto, a mio avviso, una formulazione molto equilibrata nella quale al revisore o, in mancanza, al sindaco, è richiesto di inserire nella relazione annuale la coerenza dell'utilizzo delle somme alla finalità del contributo e, invece, a limitare l'invio di una relazione sul tema solo su richiesta del MEF".
"Questo testo – continua la presidente dei commercialisti milanesi – focalizza (non aumenta) le attività che
revisori e
sindaci già svolgono e per tale motivo valorizza la funzione di controllo già attualmente svolta. In aggiunta la disposizione aumenta anche la platea di imprese che dovrà procedere a introdurre questi organi nei propri assetti proseguendo nel percorso di crescita del tessuto economico e sociale del nostro Paese. Auspico, per tutto ciò, che l'emendamento venga recepito".