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Idrogeno, Alleanza Ue pubblica il rapporto sui Corridoi Ue

Sebbene, infatti, la maggior parte dei progetti abbia finora il necessario sostegno politico, per raggiungere lo status di FID “potrebbero essere necessari più impegni concreti grazie ad accordi”.

Economia, Energia
Idrogeno, Alleanza Ue pubblica il rapporto sui Corridoi Ue
(Teleborsa) - "L’Ue ha bisogno di corridoi di approvvigionamento di idrogeno per raggiungere gli obiettivi fissati dal piano REPowerEU. La creazione di una rete integrata per l’idrogeno è l’unico modo efficiente per l’Europa di collegare i diversi grandi siti di produzione, le rotte di importazione e le opzioni con i principali cluster industriali e centri di domanda, riuscendo allo stesso tempo a diversificare le fonti e a rendere sicure le forniture, mantenendo l’accessibilità, la sicurezza e l’indipendenza energetica". È quanto emerge, secondo l'agenzia stampa Energia Oltre, dal rapporto dell’Alleanza Ue per l’idrogeno pubblicato ieri.

I SEI PROGETTI UE SULL’IDROGENO
Il focus si concentra sui sei progetti attualmente approvati dall’Unione europea vale a dire il South Central H2 corridor, che interessa l’Italia , l’Iberian H2 corridor, il North Sea H2 corridor, il Baltic Sea Region H2 corridor, l’Eastern H2 corridor e il South-eastern H2 corridor.

BARRIERE DA SUPERARE SUI FID, SERVE MONITORAGGIO ANNUALE
Quasi tutti i progetti che contribuiscono alla creazione dei sei corridoi sono già presenti nel primo elenco PCI/PMI pubblicato, basato sul regolamento TEN-E rivisto (nel 2022), con il sostegno dei rispettivi Stati membri e delle autorità nazionali di autorità di regolamentazione nazionali. "Tuttavia, ci sono ancora barriere da superare, in quanto dobbiamo raggiungere lo stato di Decisione Finale di Investimento e iniziare i lavori di costruzione il prima possibile e in modo coordinato", ha sottolineato l’Alleanza per l’idrogeno europea che come passo successivo, chiede l’istituzione di un monitoraggio annuale dei progressi europei del settore a cui "potrebbe contribuire la Transmission & Distribution Roundtable".

L’IMPORTANZA DEI CORRIDOI EUROPEI PER L’IDROGENO
I sei corridoi "sono le pietre miliari di una rete paneuropea e il loro sviluppo porterà a un’introduzione tempestiva e di successo dell’infrastruttura dell’idrogeno per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Europa (per le importazioni e la produzione locale) entro il 2030 e oltre. I corridoi di trasporto dell’idrogeno sostengono l’aumento delle energie rinnovabili e rafforzano la sicurezza degli approvvigionamenti, con collegamenti tra le regioni di approvvigionamento e di domanda che contribuiscono direttamente a un significativo risparmio rispetto a una rete frammentata e isolata dei cluster", si legge nel report.

POTREBBERO ESSERE NECESSARI PIÙ IMPEGNI CONCRETI PER RAGGIUNGERE LO STATUS DI FID
Sebbene, infatti, la maggior parte dei progetti abbia finora il necessario sostegno politico (prerequisito per essere inseriti nella lista PCI/PMI), per raggiungere lo status di FID "potrebbero essere necessari più impegni concreti, grazie ad accordi intergovernativi che sosterranno l’attuazione".

Come si legge nel Learnbook on Financing of Hydrogen Projects: "I corridoi identificati per l’idrogeno si estendono tutti su più di diversi Stati membri, con un corridoio specifico che viene attuato solo con la velocità dello Stato membro più lento. Per evitare che questi corridoi diventino un calcio politico e vengano ritardati, si potrebbe introdurre un meccanismo che permetta alla Commissione Europea di accelerare la rispettiva decisione di pianificazione nello Stato membro interessato. Ciò contribuirebbe a far sì che la transizione energetica avvenga in modo tempestivo e in conformità con gli obiettivi e le scadenze del piano RePowerEU".

PROBLEMI DI POLITICA/REGOLAMENTAZIONE
Tra i problemi di politica/regolamentazione, il Learnbook della Transmission & Distribution Roundtable dell’Alleanza europea per l’idrogeno pulito individua il rapido recepimento del diritto dell’UE nei sistemi nazionali; l’affrontare la mancanza di certificazioni, standard e garanzie di origine per le importazioni di H2; gli accordi intergovernativi e una pianificazione coordinata delle infrastrutture lungo tutti i settori energetici; il sostegno ai partenariati strategici internazionali e la cooperazione con i Paesi terzi che hanno il potenziale per produrre ed esportare H2 rinnovabile".

E ancora: "Continuare a stanziare fondi per le iniziative di R&S e innovazione e per i partenariati pubblico-privati che contribuiscono a migliorare e ridurre i costi delle tecnologie importate e aiutano ad affrontare e comprendere meglio gli impatti climatici e ambientali dell’H2; comprendere meglio gli impatti climatici e ambientali dell’idrogeno; Favorire e promuovere lo sviluppo di sandbox normative; Accelerare le procedure di autorizzazione per i progetti infrastrutturali".

Sotto il profilo dei finanziamenti vengono invece chiesti strumenti per ridurre il rischio degli investimenti; sostegno agli studi che aiuteranno la maturazione dei progetti; aumentare i finanziamenti europei e nazionali". Mentre sotto il profilo della catena del valore si suggerisce di stimolare la domanda dell’industria per l’H2 rinnovabile e a basso contenuto di carbonio e di colmare il divario di costo rispetto ai prodotti fossili ma anche di incentivare obiettivi chiari lato domanda e ripristinare tempestivamente i siti di stoccaggio e loro connessione con le reti di idrogeno, in quanto saranno una parte importante della catena del valore. Infine, viene suggerito di sostenere la crescita di progetti di produzione su larga scala nei Paesi terzi con il pilastro internazionale della Banca dell’idrogeno dell’Ue.

IL MONITORAGGIO DEI PROGRESSI
Come passo successivo, si propone di effettuare un monitoraggio annuale dei progressi in tutta l’UE con metriche chiave preconcordate per tutti gli Stati membri. Secondo l’Alleanza per l’idrogeno i parametri possono riguardare impegni della domanda in termini di numero di contatti di offtake sottoscritti, data di piena attuazione dei quadri normativi mancant, numero di procedure di autorizzazione completate, Numero di progetti (FID) avviati e così via. "L’accordo su tali parametri richiede un’adeguata discussione tra gli Stati membri, i responsabili politici, le autorità di regolamentazione e l’industria e l’industria". E "la Tavola Rotonda T&D potrebbe contribuire al lavoro di tale rapporto di monitoraggio".
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