(Teleborsa) - "La manovra di bilancio si colloca nel percorso ambizioso di consolidamento della finanza pubblica nel medio termine delineato nel Piano Strutturale di Bilancio e introduce diversi elementi di programmazione strategica. Appare tuttavia solo in parte inserita in una visione complessiva di politica economica. Numerosi interventi non seguono un disegno organico di riforma e non appaiono sostenere adeguatamente le potenzialità di crescita in linea con le riforme e gli investimenti su cui è basata la richiesta di allungamento del periodo di aggiustamento di bilancio a sette anni". Così la Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio,
Lilia Cavallari, in audizione sulla manovra di bilancio 2025 davanti alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
L’impatto della manovra "
è coerente con gli obiettivi programmatici di riduzione progressiva del rapporto deficit/PIL stabiliti nel PSB 2025-29 e nel DPB 2025 (dal 3,8 per cento nel 2024, al 3,3 nel 2025, al 2,8 nel 2026 e al 2,6 nell’anno successivo) che prevedono il rientro del deficit al di sotto del 3 per cento del PIL entro il 2026. Dal lato degli impieghi, la manovra lorda è pari a 35,3 miliardi nel 2025, 40,2 nel 2026 e 49,4 nel 2027. Le risorse di copertura sono pressoché stabili e ammontano a 24,9 miliardi nel 2025, 24,7 nel 2026 e 23,1 nel 2027".
I principali beneficiari della manovra "sono le famiglie, con un valore netto di 55 miliardi nel triennio (15,2 miliardi nel 2025, 19,4 nel 2026 e 20,4 nel 2027), soprattutto per gli interventi a
favore dei lavoratori dipendenti. Di impatto positivo sul settore delle famiglie anche il rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale e le misure disposte in ambito sociale, pensionistico e per sostenere la genitorialità. Di contro, le misure rivolte alle imprese e ai lavoratori autonomi migliorano il saldo nel biennio 2025-26 rispetto allo scenario a legislazione vigente (di 6,4 miliardi in media in ciascun anno), per effetto di interventi sia sulle entrate sia sulle spese".
Nel triennio 2025-27 si riducono "in modo significativo le entrate che gravano sul lavoro, principalmente per la stabilizzazione dei benefici conseguenti alla riduzione del cuneo fiscale, mentre aumentano quelle sul consumo, soprattutto per gli effetti di retroazione della manovra sulle imposte indirette".
L'UPB sottolinea anche come il contesto internazionale in cui si inserisce la manovra 2025
"è fragile e incerto, soprattutto a causa delle tensioni geopolitiche e delle guerre in atto, con impatti già tangibili sul commercio internazionale, le cui prospettive possono risentire di nuovi dazi, e sui prezzi delle materie prime. La congiuntura internazionale è frammentata e le azioni dei governi e delle banche centrali diventano più aleatorie, in particolare in Europa, dove pesa la situazione di debolezza dell’attività della Germania".
L’Italia "rallenta, vede esaurirsi l’onda lunga del “rimbalzo post-pandemia” del triennio 2021-2023 e la crescita torna in linea con i valori precedenti. Nel terzo trimestre il PIL italiano ristagna;
i modelli di breve termine dell’UPB vedono una moderata ripresa negli ultimi tre mesi dell’anno". L’UPB ha validato lo scorso mese, in occasione dell’audizione sul Piano Strutturale di Bilancio 2025-29 (PSB), le previsioni macroeconomiche del Documento programmatico di bilancio (DPB) in quanto ritenute accettabili, ma esposte a diversi rischi al ribasso. Nel DPB la crescita del PIL si rafforza l’anno prossimo all’1,2 per cento (dall’1,0 del 2024), mentre rallenta all’1,1 nel 2026 e allo 0,8 per cento nel 2027. I più recenti dati trimestrali di contabilità nazionale hanno peggiorato le attese sul 2024 per almeno un paio di decimi di punto percentuale ma, al netto di questa revisione, "le previsioni ufficiali sono prossime all’intervallo delle stime più recenti degli altri previsori esterni".