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Osservatorio AIBE, Italia al nono posto per attrattività presso gli investitori esteri

Economia
Osservatorio AIBE, Italia al nono posto per attrattività presso gli investitori esteri
(Teleborsa) - L’Italia conferma il 9° posto fra i paesi del G20 nella graduatoria del Super-Index AIBE 2024, pur migliorando il proprio punteggio relativo (63,9 su 100 rispetto al 55,2 del 2023). Si tratta di un discreto posizionamento rispetto alla capacità di attrarre investimenti esteri che, tuttavia, rimangono esigui e in forte diminuzione nel 2024. Lo studio, realizzato con la collaborazione del Censis tra i paesi del G20, ha elaborato tredici indicatori che vanno dal Pil pro capite alla quota di esportazioni sul Pil, dal livello di corruzione alla performance della logistica. Una sintesi ponderata dei principali indicatori e delle valutazioni più accreditate (quali World Bank, Ocse, World Economici Forum, ecc…) che tendono a rappresentare l’Italia nel confronto con gli altri paesi e nella sua capacità di porsi o meno come economia stabile, competitiva, affidabile nel panorama globale.

Lo studio ha evidenziato che permangono situazioni di criticità nelle aree di indagine più significative quali digitalizzazione e innovazione.

Il Super Index Aibe 2024 assegna alla Germania il 1° posto in graduatoria fra i 18 paesi del G20 presi in esame. Segue al 2° posto il Canada e al 3° la Corea del Sud, poi Australia (4°), Stati Uniti (5°) e Francia (6°).

Nelle graduatorie dei singoli indicatori, l’Italia permane nelle posizioni più basse per quanto attiene: la quota di popolazione in età attiva (16° posto), l’innovazione (10° posto), la creazione di condizioni a favore del benessere sociale (10° posto) e la diffusione del digitale(10° posto (Tab. 3). Permangono i soliti problemi relativamente alla percezione della presenza della corruzione e dello stato di diritto (per entrambi la nona posizione in graduatoria).

Guido
Rosa, Presidente AIBE, commentando il rapporto ha sottolineato che l’Europa "si trova in un grande svantaggio competitivo rispetto a USA e Cina sotto molteplici aspetti: quello tecnologico, dell’innovazione, dei costi energetici, della regolamentazione, del mercato dei capitali. Nel settore dell’AI, che rappresenta il futuro, l’Europa ha già perso la gara rispetto a Cina e Stati Uniti e sembra confinata nel ruolo di mero acquirente di soluzioni pensate e prodotte altrove".

"Alcuni dati di sintesi fotografano chiaramente la distanza tra Europa e gli altri due principali competitors negli investimenti privati per l’innovazione tecnologica; infatti, negli ultimi 9 anni gli Stati Uniti hanno dominato lo scenario internazionale con 324,7 miliardi di dollari, seguiti dalla Cina con 102,4 miliardi. L'Unione Europea, invece, rimane marginale, con investimenti privati inferiori a 30 miliardi e solo 4,5 miliardi di fondi pubblici investiti nello stesso periodo. Questo è determinato da molteplici fattori, tra i quali i principali sono: una dimensione troppo piccola delle imprese UE rispetto ai colossi degli USA, un diverso funzionamento dei mercati finanziari (penalizzante per l’Europa) nonché la mancanza di un mercato unico dei capitali e bancario", ha dichiarato Rosa.

"L’aspetto più preoccupante però è che, ad oggi, non sembra che l’Unione disponga di una leadership condivisa in grado di rafforzare il processo di integrazione economica e politica, disattendendo il quale, è destinata inevitabilmente ad un lento declino", ha aggiunto.

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