(Teleborsa) -
Il settore italiano della carta da macero si conferma un
"pilastro" dell'economia circolare, a dispetto dell'impatto della congiuntura internazionale sui prezzi e della burocrazia che ne limita lo sviluppo. E' quanto emerge dal
Rapporto 2024 dell’Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri (
UNIRIMA), presentato oggi a Roma, presso il Centro Congressi di Palazzo Rospigliosi, da
Francesco Sicilia, Direttore Generale dell’Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri, alla presenza del Presidente di UNIRIMA
Giuliano Tarallo.
La
produzione di carta da macero, in Italia, ha raggiunto i
6,9 milioni di tonnellate nel 2023, registrando una crescita del 5% rispetto al 2022, confermando l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Germania e davanti a Spagna e Francia.
L’aumento della produzione ha fatto salire anche i
l tasso di riciclo della carta, che nel 2023 ha raggiunto il
valore record del 92,1%, mentre la percentuale di riciclo degli
imballaggi cellulosici si è attestata al
92,3%, superando ampiamente l'obiettivo
dell'85% fissato dall'UE per il 2030. Questo dato colloca
l'Italia al secondo posto in UE anche in termini di tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici, dopo la Germania e sopra la media europea (79,3%).
Le esportazioni valgono 2,15 milioni di tonnellate (il 31% della produzione), registrando un
incremento del 45,5% rispetto all'anno precedente, grazie anche all'individuazione di nuovi mercati di sbocco in Asia. Una tendenza positiva confermata anche nel
primo semestre del 2024, con circa
1 milione di tonnellate esportate. L'export si conferma un fattore chiave per permettere di
assorbire il surplus di produzione nazionale rispetto alla domanda interna.
Le
quotazioni della carta da macero, dopo la forte contrazione registrata nella seconda metà del 2022, hanno ripreso un sentiero di crescita sino ad arrivare, per la qualità
1.04 (cartone) di carta da macero, a
90,00 euro/t in crescita del 52% alla fine del primo semestre 2024, per poi invertire tendenza da luglio e perdere circa il 7% rispetto al mese precedente. In diminuzione anche i prezzi delle ultime aste di settembre (-12% rispetto a quella di giugno).