(Teleborsa) - Le
previsioni di primavera appena formulate della
Commissione Europea sono l'argomento dell'ultima
Ecopillola dell'economista
Andrea Ferretti, che che evidenzia le implicazioni delle stime della Commissione sui nostri conti pubblici, alla luce del rispetto del nuovo Patto di stabilità europeo.
1 - La crescita nell'EurozonaDopo la stasi del 2023 la Commissione prevede una crescita del
PIL nell'Eurozona dello
0,8% nel 2024 e dell'
1,4% nel 2025. In particolare, da evidenziare la situazione della Spagna che, unica tra i big europei, continuerà a crescere, secondo la Commissione, a ritmi decisamente elevati: +2,1% nel 2024, +1,9% nel 2025.
2- La crescita italianaPer quanto riguarda
l'Italia, le previsioni di crescita appaiono abbastanza confortanti o, comunque,
in linea con la crescita degli altri partner europei. Infatti, da una parte la Commissione ha ritoccato a rialzo le previsioni di crescita del nostro
PIL per il 2024, portandole a un
+0,9%, dall'altra ha previsto un incremento del nostro
PIL nel 2025 dell'1,1%, non molto al di sotto della media europea. Molto interessante, a questo proposito, l'ottima performance della nostra industria alimentare, che nel 2023 ha fatto segnare un export record (53 miliardi, +7% rispetto all'anno precedente).
3 - I conti pubblici italianiMaggiori preoccupazioni destano invece le previsioni della Commissione sull'evoluzione della nostra
finanza pubblica. Infatti, la Commissione prevede che il nostro
deficit scenderà al 4,4% nel 2024, ma poi si innalzerà nuovamente
al 4,7% nel 2025, dato decisamente più elevato rispetto al 3,7% ipotizzato dal governo. Parallelamente, la Commissione prevede un trend del nostro
debito pubblico nuovamente crescente,
138,6% nel 2024, 141,7% nel 2025.
Ora, posto che le previsioni della Commissione non tengono ancora conto di alcuni recenti interventi del governo, ad esempio la
privatizzazione in corso di parte del capitale sociale dell'
ENI, non possono essere trascurati due aspetti: 1) Verosimilmente, il 19 giugno per l'Italia e per un'altra decina di Paesi si aprirà la
procedura di infrazione per deficit eccessivo che accenderà un forte riflettore sui nostri conti pubblici; 2) Nell'ambito del nuovo patto di stabilità, entro pochi mesi
dovremo presentare alla Commissione un piano di rientro dal debito e dal deficit che sia, al contempo, accettabile per la Commissione e sostenibile per i nostri conti pubblici. E questo è un problema per nulla banale.
Conclusione
In questa situazione appaiono dunque
indispensabili gli interventi del governo volti a
disinnescare gli effetti perversi del superbonus. Tuttavia, tra questi bisogna fare particolare attenzione a quelle
misure che impongono alle banche vincoli retroattivi nell'ambito della gestione dei crediti edilizi acquisiti. Qui il vero rischio è che una norma diretta alle banche sbagli bersaglio e
colpisca invece il
comparto produttivo ancora fragile e convalescente.