(Teleborsa) - Le
previsioni d'autunno appena "sfornate" dalla Commissione Europea vedono l'Italia ed altre economie in una fase di rallentamento, che porterebbe il nostro Paese, nel 2026, ad essere di nuovo fanalino di coda in UE. Sarà necessario allora conservare una certa stabilità politica e rafforzare l'impegno nel portare avanti il PNRR e il piano di rientro del deficit e del debito. E' quanto sottolinea l'economista
Andrea Ferretti nell'ultima
Ecopillola.
1 - Le previsioni per l'EurozonaSecondo la Commissione, il
PIL dell'Eurozona crescerà dello 0,8% nel 2024, dell'1,3% nel 2025,
dell'1,6% nel 2026. Tuttavia, entrando nel dettaglio, colpisce la
frattura che si è creata
tra le diverse economie dell'Eurozona. E, infatti, abbiamo, da una parte, la
Spagna che quest'anno è cresciuta del 3%, insieme al
Portogallo che è cresciuto dell'1,7%, ma dall'altra parte, abbiamo invece la
Germania che, pressata dall'incertezza politica e dalla crisi del settore auto, verosimilmente
chiuderà anche il 2024 in territorio negativo: -0,1% dopo il -0,3% dell'anno scorso.
Il punto è che, probabilmente,
le cose non andranno molto meglio nel 2025. Infatti, benché le previsioni della Commissione prevedano una crescita del PIL tedesco dello 0,7% nel prossimo anno, il Presidente della Bundesbank, di recente, ha ipotizzato che i dazi minacciati da Trump possano costare alla Germania l'1% del PIL, riportando così la crescita in territorio negativo anche nel 2025.
2- La crescita in ItaliaSecondo le previsioni della Commissione Europea, il
nostro PIL dovrebbe crescere
quest'anno dello 0,7%, per poi raggiungere l'1% nel 2025 e l'1,2% nel 2026. Dunque, una crescita non certo esaltante, ma nulla di drammatico, come peraltro dimostrato dai giudizi positivi di recente espressi dalle società di rating.
3 - Le incognite sulla nostra crescita Non si può trascurare il fatto che anche la nostra economia sta rallentando, a causa dell'incertezza geopolitica generale, che, ad esempio, frena la discesa dei tassi di interesse. E, questo rallentamento appare, secondo i dati della Commissione, piuttosto preoccupante
nel 2026, quando, a fronte di una crescita media dell'Eurozona dell'1,6%, la nostra economia tornerebbe ad essere il
fanalino di coda in Europa. Posizione scomoda, alla quale non eravamo più abituati da qualche anno, ma comunque ancora evitabile, purché si facciano almeno tre cose: 1) si mantenga l'attuale
stabilità politica, indispensabile per una corretta gestione dei conti pubblici. Da evidenziare che Francia e Germania hanno già perso questa stabilità, con gravi conseguenze sulle loro economie; 2) si continui nella
corretta messa a terra del PNRR come sostanzialmente sin qui fatto. Certamente, si dovrà fare molta attenzione affinché la transizione post Fitto avvenga in maniera del tutto indolore e affinché i 122 miliardi incassati dall'Italia vengano effettivamente spesi nei tempi previsti; 3) si garantisca il pieno
rispetto degli impegni presi in Europa,
nell'ambito dei piani strutturali di spesa, in termini di contenimento della spesa pubblica netta e di progressiva riduzione del nostro deficit e del nostro debito pubblico. Anche perché il rispetto di questi piani concordati con la Commissione è fondamentale per il
mantenimento della fiducia nel nostro Paese e con quasi
3.000 miliardi di debito, di cui il
30% detenuto all'estero, tutto si gioca proprio sulla fiducia.
(Foto: Mika Baumeister on Unsplash)