(Teleborsa) -
Sono tante le novità che aiirvano per le società quotate con il via libera della Camera al
ddl Capitali, c he si propone di rinnova molti aspetti della regolamentazione dell'attuale Testo Unico della Finanza (TUF) che risale al 1998. Il via libera della Camera al ddl per la competitività dei capitali è arrivato ieri sera con 135 voti a favore 1 contrario e 92 astenuti (Pd, M5S, Italia Viva ed altre forze dell'opposizione).
Il ddl Capitali, oltre a
spianare la strada della borsa alle PMI, si propone di
"attirare gli investimenti nel nostro Paese" e - sottolinea il relatore Francesco Filini (FdI) - offre "la possibilità ad aziende e marchi storici, che negli anni hanno trasferito la sede all’estero, di ritornare perché potranno avere anche qui quelle garanzie contro le scalate ostili".
Salta il tetto agli stipendi dei managerFra gli emendamenti che non sono passati se ne segnalano due sul
tetto ai compensi dei manager, uno presentato dal M5S e uno da Alleanza Versi Sinistra, che prevedevano che il compenso dell'organo apicale (amministratore delegato) non potesse essere superiore a
50 volte il compenso degli operai.
Liste CdA società quotate Si modifica la disciplina della presentazione delle liste per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione da parte dello stesso organo consiliare. Dal 1° gennaio 2025 sarà
consentito al Board di presentare una propria lista di candidati per il rinnovo dell'organo di amministrazione, purché contenga un numero di candidati pari al numero dei componenti da eleggere maggiorato di un terzo.
Per le liste di minoranza che non abbiano ottenuto più del 20% dei voti, si procederà alla
ripartizione dei posti in CdA in proporzione ai voti ottenuti sul residuo 20% riservato.
Sale la soglia di capitalizzazione delle PMIAggiornata la definizione di
PMI, con un innalzamento della
soglia di capitalizzazione massima prevista a
1 miliardo di euro dai 500 milioni che erano attualmente indicati come soglia massima per essere considerati una PMI.
Spianata la strada della Borsa Arrivano anche una serie di
semplificazioni per l'ammissione in Borsa, attraverso l’eliminazione di particolari requisiti e la limitazione del potere della
Consob di sospendere per un tempo limitato le decisioni di ammissione. È inoltre decaduto l’obbligo di segnalazione alla Consob delle operazioni effettuate da parte degli azionisti di controllo.
Rivisto limite attivo Banche popolari E' stato
innalzato anche il limite dell’attivo delle banche popolari da 8 miliardi di euro
a 16 miliardi di euro. Norma che vanifica la riforma delle Popolari voluta dal governo Renzi, che obbligava le banche con attivi superiori agli 8 miliardi di trasformarsi in SpA e superare la logica cooperativa che mal si concilia con la quotazione in Borsa.