(Teleborsa) - Il mercato di
rimorchi e
semirimorchi chiude in perdita il 2023, consolidando un
disavanzo annuale del
7,3% rispetto al 2022 e una perdita in volume di 1.233 mezzi immatricolati, complice un calo delle immatricolazioni registrato in otto dei dodici mesi appena passati. Il dato di
dicembre è il peggiore dell’anno, con appena 869 unità immatricolate contro le 1.316 del 2022 (-34,0%). Sono i numeri pubblicati dal Centro Studi e Statistiche dell’
UNRAE sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).
Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE, commenta così i risultati del mercato: “Dobbiamo purtroppo constatare che l’anno appena terminato non ha mantenuto le previsioni di crescita sperate e che il mercato ha subito le gravi conseguenze dell’elevato costo dei finanziamenti alle imprese, con il comparto dei veicoli trainati chiamato a fronteggiare un netto calo della domanda negli ultimi mesi”. “Pur accogliendo con favore il recente provvedimento per il riconoscimento di incentivi al rinnovo del parco veicolare del trasporto merci, – continua Mastagni – è necessario evidenziare come tali fondi siano a nostro avviso largamente insufficienti a coprire le richieste di contributo da parte delle imprese di autotrasporto, in particolare quelle destinate all’acquisto di rimorchi e semirimorchi, che abitualmente esauriscono il plafond dedicato in pochissimi istanti dall’apertura delle prenotazioni in occasione dei c.d. click-day”.
“Alla luce di tale situazione, risulta quanto mai urgente che il Governo intervenga accogliendo la
proposta congiunta, sollecitata a più riprese da UNRAE e dalle altre Associazioni del settore, di istituire un fondo pluriennale dedicato a un piano straordinario di svecchiamento del parco circolante italiano, che occupa stabilmente le ultime
posizioni a livello europeo in termini di
anzianità”, aggiunge il Coordinatore del Gruppo Associativo. “Infine, anche nel nuovo anno, ribadiamo l’auspicio che in sede dell’ormai avviato esame parlamentare sul Disegno di Legge delega di riforma del
Codice della Strada, possa essere accolta la nostra proposta di adeguamento dell’art. 61, in modo da consentire finalmente anche nel nostro Paese la circolazione di veicoli con lunghezza fino a 18,75 metri, attuando una norma che da quasi tre anni aspetta la sua piena applicazione”, conclude Mastagni.