(Teleborsa) -
L'inflazione nell'Eurozona dovrebbe assestarsi
al 5,9% nel 2023 e al 2,7% nel 2024, rispettivamente 0,1 e 0,3 punti percentuali in più rispetto a quanto previsto tre mesi fa. È quanto emerga dal Survey of Professional Forecasters (SPF) della Banca centrale europea (BCE), un
sondaggio degli economisti previsori che i banchieri centrali del board utilizzano come un indicatore delle attese del mercato.
Le revisioni al rialzo - si legge nel rapporto - riflettono le corrispondenti
modifiche alle aspettative di inflazione al netto di energia, generi alimentari, alcol e tabacco. Secondo gli intervistati, questi cambiamenti riflettono principalmente una combinazione di risultati recenti dei dati, effetti indiretti ancora più forti e più ampi del previsto dell'andamento dei prezzi dell'energia, nonché una crescita salariale più elevata.
Le aspettative per il
2025, non rilevate nella tornata precedente, si attestano al
2,1%, poco oltre il target della Banca centrale europea. Le aspettative di inflazione a più lungo termine (per il
2027) sono state riviste al ribasso di 0,1 punti percentuali al 2,1% in media.
Le aspettative di crescita del
PIL sono rimaste sostanzialmente invariate con un "riporto" positivo da un'attività economica più forte del previsto nella seconda metà del 2022 che ha influito sul 2023, ma compensato da aspettative leggermente più deboli per il 2024 rispetto a quanto riportato in precedenza. Le aspettative di crescita del PIL a più lungo termine sono rimaste invariate all'1,4%.
Le aspettative sul
tasso di disoccupazione sono state riviste al ribasso per tutti gli orizzonti tra 0,1 e 0,2 punti percentuali. Dopo un aumento previsto al 7,0% nel 2023 (il tasso di disoccupazione era al 6,5% nel novembre 2022), il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere gradualmente al 6,4% entro il 2027.