(Teleborsa) -
Scatta la tagliola degli aumenti tariffari per i collaboratori domestici (eco, badanti e baby sitter), per i quali non è stato trovato un accordo nelle trattative svoltesi al minstero del Lavoro. "I sindacati, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs e Federcolf, non hanno voluto accettare la proposta avanzata dalle associazioni datoriali rappresentate dalla Fidaldo di scaglionare gli aumenti dovuti a colf, badanti e baby sitter nel corso dell’anno, un modo per limitare l’impatto economico dei rincari sui budget familiari già gravati dal caro bollette e da quello benzina", spiega Finaldo.
Il mancato accordo implica che, come previsto dall'articolo 38 del cotratto collettivo (CCNL),
l'adeguamento delle retribuzioni minime sarà pari all'80% dell'inflazione, rilevata dall'Istat al 30 settembre di ogni anno, e quello delle
indennità di vitto ed alloggio al 100% dell'inflazione, vale a dire che l'aumento per
qest'anno è pari al 9,2%.
Gli aumenti, per le famiglie che applicano ai collaboratori domestici la retribuzione minima contrattuale,
vanno da 109 euro a 145 euro a seconda della categogria. Per i
badanti non conviventi assunti a 30 ore settimanali, l’adeguamento all’80% equivale a
85 euro in più, cui vanno agigunti il rateo del Tfr e le ferie. Per
badanti conviventi a tempo pieno l'aumento sarebbe di
oltre 94 euro, mentre per una
baby soitter assunta a tempo pieno (40 ore) non convivente l'aumento sarà di
quasi 115 euro al mese.
"Aumenti concreti, non un mero allarmismo come più volte è stato sostenuto dai sindacati, con il rischio che molti dei lavoratori oggi in regola scompaiano nel nero", sottolinea Assindatcolf.