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Macy’s taglia guidance su deterioramento spesa discrezionale

Finanza
Macy’s taglia guidance su deterioramento spesa discrezionale
(Teleborsa) - Macy's, storica catena della grande distribuzione statunitense, ha registrato vendite nette per 5,6 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2022, leggermente inferiori ai 5,65 miliardi di un anno prima. Le vendite comparabili nei negozi di proprietà di Macy's - una misura chiave della performance nel settore retail - sono state in diminuzione dell'1,5% (+4,3% rispetto al secondo trimestre del 2019), mentre le vendite online sono calate del 5% rispetto al secondo trimestre del 2021 (+37% rispetto al secondo trimestre del 2019).

L'utile netto è sceso a 275 milioni di dollari, o 99 centesimi per azione, da 345 milioni di dollari, o 1,08 per azione, un anno prima. L'utile per azione rettificato è stato di 1 dollaro, contro gli 1,29 dollari di un anno fa. Gli analisti, secondo dati Refinitiv, si aspettavano un utile di 0,85 dollari per azione su ricavi per 5,49 miliardi di dollari.

"Durante il secondo trimestre, abbiamo ottenuto risultati solidi, nonostante l'ambiente difficile", ha affermato Jeff Gennette, presidente e amministratore delegato di Macy's.

"Riteniamo di essere ben posizionati per rispondere al cambiamento dei comportamenti dei consumatori - ha aggiunto - Nonostante le pressioni inflazionistiche, i consumatori hanno continuato ad acquistare presso Macy's come fonte di stile e destinazione principale per i regali. Inoltre, Bloomingdale's e Bluemercury hanno catturato la domanda di marchi di lusso, con il risultato che entrambi i brand hanno sovraperformato nel trimestre".

Macy's ha dichiarato di aspettarsi utili rettificati per l'anno fiscale 2022 compresi tra 4,00 e 4,20 dollari per azione, rispetto alla precedente previsione di 4,53-4,95 dollari per azione. La società prevede vendite nette per il 2022 da 24,34 miliardi a 24,58 miliardi di dollari, rispetto alla sua previsione precedente di 24,46-24,70 miliardi di dollari.

Le prospettive peggiori incorporano il rischio del continuo deterioramento della spesa discrezionale dei consumatori in alcune delle sue categorie e nel livello delle scorte all'interno del settore, nonché i rischi associati a una recessione macro più pronunciata, viene sottolineato.
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