(Teleborsa) - Prosegue l'azione di convincimento dei Paesi occidentali nei confronti della Russia per il
cessate il fuoco. In mattinata il cancelliere tedesco,
Olaf Scholz, ha esortato il presidente russo,
Vladimir Putin, a un cessate il fuoco "quanto prima" in Ucraina, respingendo le accuse del leader del Cremlino sulla "diffusione del nazismo" nel Paese. I due leader hanno avuto un colloquio telefonico durato 75 secondo quanto si legge in una nota di Berlino, nel quale Sholz ha ricordato al presidente russo la "responsabilità speciale" di Mosca per l'
approvvigionamento alimentare mondiale, "particolarmente sotto pressione a causa della guerra" in Ucraina.
Nel pomeriggio è stato invece la volta del capo del pentagono
Lloyd Austin che, sempre attraverso un colloquio telefonico, ha avuto modo di parlare con il ministro della Difesa russo,
Sergey Shoigu. Anche in questo caso il messaggio – secondo quanto riportato dal Pentagono – è stata di un rapido cessate il fuoco in Ucraina per permettere un negoziato tra le parti. Austin ha anche sottolineato l'importanza di preservare canali di comunicazione. Si tratta della prima chiamata tra i due dall'inizio della guerra in Ucraina.
Pessimista l'Alto rappresentante per la politica estera Ue,
Josep Borrell. Secondo Borrell, infatti, il
percorso diplomatico per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina "non c'è", non perché i partner non lo vogliono ma perché Putin è stato "cristallino": "non vuole fermare la guerra perché ha
obiettivi militari e finché non li raggiunge continuerà a combattere, lo ha detto a chiunque gli ha parlato", ha sottolineato a margine del G7.
A Bruxelles proseguono intanto i contatti sull'embargo al
petrolio russo inserito nel sesto pacchetto di sanzioni annunciato diversi giorni fa. La situazione rimane però quella dell'impasse e la soluzione non appare vicina. Nel weekend i contatti continueranno, ma non si esclude più un'ipotesi: quella di spacchettare il sesto round di misure, lasciando l'entrata in vigore dello stop al greggio ad un secondo momento, anche se questa ipotesi non piace a tutti gli stati membri.