(Teleborsa) -
La scuola torna in piazza contro il Decreto Recovery Bis che ha dettato una serie di norme in tema di
formazione e reclutamento del personale scolastico. Una
Riforma che non piace ai sindacati per una serie di motivi e che
convince l'Anief a proclamare un
nuovo sciopero per il 30 maggio prossimo. Lo sciopero si svolgerà per l’intera giornata ed è rivolto a tutti i lavoratori in servizio nelle 8.300 istituzioni scolastiche ed educative italiane.
Oggetto della protesta le
norme in tema di formazione iniziale e continua, reclutamento e valorizzazione del personale docente, che il Ministro dell’istruzione ha stabilito senza un reale coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. Il Ministero non ha nemmeno voluto mettere a disposizione delle stesse una bozza di testo, limitandosi all’
illustrazione di poche slide. "Un simile atteggiamento - sottolinea il sindacato - tradisce un inaccettabile disconoscimento del ruolo dei sindacati come interlocutori in grado di apportare un contribuito significativo alla stesura della riforma".
Il sindacato ribadisce il suo
no alla decisione di procedere all’accesso all’insegnamento instradato su un canale unico, quello concorsuale, che ha ampiamente dimostrato di essere insufficiente al soddisfacimento del fabbisogno di docenti ed ha dato luogo all'abuso dei contratti a termine, alimentando il precariato. Rimane totalmente
inascoltata la richiesta dell’Anief di rilancio del doppio canale di reclutamento, attraverso l’affiancamento ai concorsi di un percorso di stabilizzazione tramite graduatorie per titoli e servizi, che garantisca comunque i necessari livelli di qualificazione professionale attraverso corsi abilitanti (a carico del Ministero) da svolgere nell’anno di formazione e prova.
L'Anief mette in discussione anche il fatto che la
copertura finanziaria della formazione viene
garantita, a partire dal 2028, dal fondo per la Carta del docente. Il decreto prevede addirittura di finanziare i costi per gli incentivi alla formazione attraverso la
riduzione complessiva dell’organico di diritto di 9.600 posti dall’anno scolastico 2026/27 al 2030/31. Inaccettabile, infine, che sempre dallo stesso fondo per la Carta del docente si attinga, dal 2027, per la copertura delle spese di funzionamento dell’istituenda Scuola dl alta formazione dell’istruzione, ente sulla cui reale utilità ANIEF avanza forti dubbi.