(Teleborsa) -
Intesa Sanpaolo ha chiuso il
primo trimestre del 2022 con un
utile netto pari a 1.670 milioni di euro (+10,2% rispetto a 1.516 milioni del primo trimestre 2021), escludendo 0,8 miliardi di euro di
rettifiche di valore per Russia e Ucraina, "pienamente in linea" con l'obiettivo di oltre 5 miliardi per l'anno in corso. L'
utile netto contabile è pari a 1.024 milioni di euro e si confronta con quello pari a 179 milioni nel quarto trimestre 2021 e a 1.516 milioni nel primo trimestre 2021. Tutti i crediti cross-border verso la Russia sono in bonis e classificati a Stage 2, sottolinea il gruppo bancario.
Il
costo del rischio del primo trimestre 2022 annualizzato si attesta a 60 centesimi di punto (da 59 nell’esercizio 2021), a 18 se si esclude lo stanziamento per l'esposizione a Russia e Ucraina al netto di circa 0,3 miliardi di euro di rilascio dei circa 0,7 miliardi residui di rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di Covid-19 (da 25 nell'esercizio 2021 se si esclude lo stanziamento per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati).
Le
commissioni nette sono pari a 2.286 milioni di euro, in diminuzione del 9,7% rispetto ai 2.532 milioni del quarto trimestre 2021. I
costi operativi ammontano a 2.504 milioni di euro, in calo del 17,3% rispetto ai 3.027 milioni del quarto trimestre 2021. Il
risultato della gestione operativa ammonta a 2.910 milioni di euro, in crescita del 46% rispetto ai 1.993 milioni del quarto trimestre 2021 e dello 0,2% rispetto ai 2.903 milioni del primo trimestre 2021.
I
coefficienti patrimoniali al 31 marzo 2022, calcolati applicando i criteri transitori in vigore per il 2022 e deducendo dal capitale 717 milioni di euro di dividendi maturati nel primo trimestre, risultano pari a: 13,8% per il
Common Equity Tier 1 ratio (14,5% a fine 2021), 16% per il Tier 1 ratio (16,4% a fine 2021), 18,6% per il coefficiente patrimoniale totale (19,1% a fine 2021).
La banca ha conseguito una
riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, pari a circa 4,8 miliardi di euro da fine 2021 - equivalente all'esposizione verso Russia e Ucraina - considerando il perfezionamento nello scorso aprile della cessione di 3,9 miliardi di euro già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021, pari a circa 54 miliardi dal picco di settembre 2015.
L'
incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari al 3% al lordo delle rettifiche di valore e all'1,4% al netto considerando il dato contabile al 31 marzo, pari rispettivamente al 2,2% e all'1,3% considerando il perfezionamento della cessione nello scorso aprile e al 2% e all’ 1,2% pro-forma tenendo conto della riduzione per le ulteriori cessioni previste nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021. Il
livello di copertura specifica dei crediti deteriorati è al 52,8% a fine marzo 2022, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 70,6%
Per il 2022 prevede:
utile netto di oltre 4 miliardi di euro assumendo che non intervengano cambiamenti critici nell'offerta di materie prime/energia (rispetto a una stima di oltre 5 miliardi di euro fornita all'inizio di febbraio prima dell'invasione russa dell'Ucraina); utile netto ben superiore a 3 miliardi di euro anche con l'ipotesi molto conservativa di una copertura di circa il 40% dell'esposizione verso Russia e Ucraina, che implica il passaggio a Stage 3 della maggior parte dell’esposizione.