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Scuola, Anief proclama sciopero il 6 maggio su reclutamento e formazione

Economia, Scuola
Scuola, Anief proclama sciopero il 6 maggio su reclutamento e formazione
(Teleborsa) - Il giovane sindacato della scuola Anief ha proclamato lo sciopero per il 6 maggio contro la riforma approvata dal Governo, nell'ambito del Decreto PNRR Bis, relativa alle modalità di reclutamento, formazione e valutazione degli insegnanti.

"È un piano di riforma impraticabile che fa acqua da tutte le parti perché non valorizza né la formazione né la professione dell’insegnante", spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, aggiungendo "sul reclutamento possiamo scommettere sin d’ora che la montagna partorirà il topolino, con almeno i due terzi dei posti che rimarranno vacanti per via di un meccanismo di stabilizzazione complesso ed estenuante".

"Il 6 maggio manderemo un segnale importante, assieme a tutti i lavoratori della scuola: quel decreto così come è stato approvato dai ministri è impresentabile", rimarca il sindacalista.

Parlando di quello che "non va" nella riforma, il leader dell’Anief cita, innanzitutto, il corso annuale magistrale abilitante per accedere ai concorsi che - afferma - "si rivelerà un fallimento" e va superato con il doppio canale di reclutamento, che "permette di assumere i precari dalle stesse graduatorie (GPS) da cui sono chiamati come supplenti con percorsi abilitanti aperti e non chiusi, formativi e non punitivi, essenziali e non pletorici".

Anief chiede di cominciare a valorizzare il lavoro che si svolge in classe e la retribuzione professionale per riconoscere la missione sociale dell'insegnamento, dunque occorre investire sulla docenza svolta in aula, prima ancora di ricercare risorse, peraltro esigue, per premiare attività aggiuntive di alcuni.

Per Pacifico, infine, "bisogna legare gli stipendi ad una inflazione galoppante dieci volte più cara del costo della vita, premiare una professione pagata meno del lavoro svolto da un operaio non specializzato e certamente non valutabile da prove Invalsi che non tengono conto della situazione di partenza di ogni alunno o di crocette ai test che non misurano di certo il merito".



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