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Ucraina, via libera del Senato a risoluzione maggioranza su comunicazioni Draghi

Il presidente del Consiglio al Parlamento in vista del Consiglio europeo: "Serve intesa su energia e difesa comune europea. Italia deve adeguare spese militari"

Difesa, Economia
Ucraina, via libera del Senato a risoluzione maggioranza su comunicazioni Draghi
(Teleborsa) - L'Aula del Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni rese dal presidente del Consiglio Mario Draghi in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo, che si aprirà con un incontro con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Su richiesta di Fratelli d'Italia, favorevole a premessa e impegno previsti nel documento, la risoluzione è stata votata per parti separate. La premessa ha avuto 194 voti favorevoli, 29 no e 4 astenuti; l'impegno 212 sì, 12 no e astenuti; il punto 10, è passato con 194 sì, 29 no e 4 astenuti. Respinte le altre tre risoluzioni presentate.

Parlando alla Camera e al Senato, a un mese dall'inizio della guerra di Putin all'Ucraina e alla vigilia di tre appuntamenti cruciali come il Consiglio europeo, il vertice straordinario Nato e il G7, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato la necessità di contribuire a costruire una difesa europea, aumentare le risorse nazionali dedicate, continuare a perseguire la pace. E in tale ottica l'Italia porterà le spese militari destinate alla difesa al 2% del PIL. Nel suo intervento Draghi ha difeso gli impegni presi con gli alleati e posto l'accento sulla questione dell'energia.






"Il Consiglio europeo del 24 e del 25 marzo – ha spiegato il premier – si aprirà con l'incontro con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Sarà preceduto da un vertice Nato straordinario e da un vertice G7, che si terranno sempre a Bruxelles. In queste sedi, la comunità euroatlantica intende ribadire la sua unità e determinazione nel sostegno all'Ucraina. Un impegno comune per tutelare la pace, la sicurezza, la democrazia che l'Italia ha riaffermato ieri in quest'aula alla presenza del Presidente Zelensky".

"Sull'energia i problemi – ha detto Draghi – sono tanti. C'è un problema di formazione dei prezzi che non hanno nessuna connessione con i costi di produzione. Su questo però ci sono posizioni molto divise tra paesi del nord, società petrolifere del nord e altri paesi. Lo schieramento è molto diviso, occorrerà arrivare ad un accordo. Il consiglio Ue si confronterà sull'aumento dei prezzi dell'energia ancora molto alti rispetto al livelli storici, più di 5 volte rispetto a un anno fa". Draghi ha ricordato il pacchetto di misure varato dall'ultimo Cdm per famiglie e imprese, si è detto "consapevole" della necessità di altri interventi e di una "risposta europea" sottolineando la necessità di una gestione comune del mercato dell'energia. "Serve un approccio condiviso – ha ribadito Draghi – sugli stoccaggi per rafforzare il potere contrattuale verso i fornitori, la creazione di un tetto Ue al prezzo del gas è al centro di un confronto con la presidente della Commissione Vogliamo spezzare il legame tra prezzo del gas e ed elettricità, che è in parte prodotta da fonti alternative, il cui prezzo non ha nulla a che vedere con quello del gas. Le speranze in una forte ripresa si affievoliscono e occorre una risposta Ue, sia sul piano economico su quello dell'energia".

Nel corso delle comunicazioni alla Camera Draghi ha assicurato che "davanti agli orrori della guerra l'Italia lavora con determinazione per la cessazione delle ostilità. Lo sforzo diplomatico – ha proseguito – potrà avere successo solo quando lo vorrà realmente Mosca. Fondamentale che l'Ue sia compatta nel mantenere spazi di dialogo con Pechino. Dobbiamo ribadire l'aspettativa che Pechino si astenga da un supporto a Mosca e sostenga lo sforzo di pace".

Sul fronte della sicurezza e della difesa europea Draghi ha detto che "nel percorso verso una difesa comune è essenziale sviluppare capacità adeguate per essere un fornitore di sicurezza credibile. Ciò – ha spiegato – può avvenire soltanto se rafforziamo la nostra industria della difesa e la rendiamo più competitiva dal punto di vista tecnologico ma soprattutto meglio integrata a livello europeo. Abbiamo tutti da guadagnare da un miglior coordinamento anche nell'ambito della difesa. Io tengo a mente che i fondatori dell'Unione europea, fra cui De Gasperi, avevano come obiettivo la pace nel continente europeo, e proprio per questo abbiamo progettato la comunità europea di difesa e vogliamo creare una difesa europea. Proprio per questo vogliamo adeguarci all'obiettivo del 2% del PIL che abbiamo promesso nella Nato".

Per il premier non sarà tuttavia necessario un ripensamento del Pnrr. "Non occorre. Il piano è cruciale – ha detto Draghi – per aumentare la crescita permanentemente. Ci sono alcuni aspetti del Pnrr che vanno affrontati come l'aumento costi e dei prezzi delle materie prime. È in corso su questo una discussione in commissione Ue".









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