(Teleborsa) -
ETR, acronimo di Elettro Treno Rapido creato quasi novant'anni fa quando l'elettrificazione delle linee ferroviarie italiane a corrente continua di 3000 volt cominciata sulle principali direttrici dorsali nord-sud fece emergere la necessità per le Ferrovie dello Stato di poter disporre di convogli, appunto a trazione elettrica,
capaci di velocità superiori a quelle dei "normali treni, ovvero composti dal cosiddetto"materiale ordinario".
Fu così che nel
1934 cominciò lo sviluppo di quello che dette inizio alla serie ETR 200, progenitore dei treni ad alta velocità italiani. L' Elettrotreno che in breve e per anni fu il fiore all'occhiello delle ferrovie italiane,
protagonista il 20 luglio 1939 del record mondiale di velocità media di 165 Km/h sulla lunga distanza tra Firenze e Milano, con la velocità massima di 203 km/h raggiunta nel tratto fra Pontenure e Piacenza. Il percorso di 316 Km fu coperto in 115 minuti (1 ora e 55 minuti).
L'Elettrotreno del record, condotto dal macchinista Alessandro Cervellati,
e oggi conservato in piena efficienza da Fondazione FS come ETR 232, era all'epoca per l'esattezza classificato ETR 212. Agli inizi degli anni '60, infatti, ai "200" originariamente di "tre elementi" fu aggiunta una quarta carrozza con la conseguente classificazione che passò a ETR 220, con ultimo numero progressivo per distinguere i diversi esemplari.
Gli ETR rappresentano vanto e primato delle FS italiane, la cui più recente innovativa espressione è al momento il "Frecciarossa ETR 1000" (progetto AnsaldoBreda-Bombardier V300 Zefiro) principale protagonista del parco Alta Velocità di Trenitalia.
Luigi Francesco Cantamessa Armati, Direttore generale di Fondazione FS dal 2013, spiega a Teleborsa una nuova iniziative intraprese per il recupero e il ripristino per viaggi turistici di questa categoria di treni storici assolutamente unici e straordinari... "Nel corso del 2019 e del 2020 all’interno della Fondazione Ferrovie dello Stato nascerà un nuovo segmento di offerta - annuncia l'ing. Cantamessa - quello degli elettrotreni rapidi, tradizione storica delle Ferrovie dello Stato. Si tratta principalmente di convogli concepiti negli anni Trenta
, come l’ETR 232 che è il treno del primato mondiale di velocità. Nel luglio del 1939 questo bolide
raggiunse i 203 Chilometri orari tra Pontenure e Piacenza, comunicando a Roma, con un telegramma che è rimasto nella storia, l’avvenuto raggiungimento del grande traguardo. Era il treno che inaugurò l’alta velocità ferroviaria, lo seguirà nel Boom economico del Dopoguerra
l’ETR 250, il mitico Arlecchino. La Fondazione FS ne ha avviato il restauro, e inizieremo le corse di prova nella tarda primavera, estate 2019. Pensiamo di inaugurarlo su rotte di prestigio come Roma-Firenze, Roma-Milano, Roma-Torino, Roma-Napoli già nell’autunno di quest’anno". "Stiamo prevedendo un grande viaggio - dice ancora il Dg - perché per la prima volta Fondazione FS esce dal circuito dei treni storici con trazione a vapore e inaugura questo nuovo filone vintage ferroviario fatto di eleganza, alta velocità e stile italiano. In tutto questo si inserisce anche l’ultimo esemplare del mitico Pendolino, il treno ad assetto variabile che la Fiat Ferroviaria di Savigliano ha partorito come geniale intuizione dell’inclinazione della cassa nelle curve e che è stato esportato in tutto il Mondo. Oggi il Pendolino non viaggia più sui treni ordinari e ne abbiamo conservato un’unità, la 003, anche questa è stata ricondizionata e tornerà nella sua profusione di eleganza di interni ovattati
come treno charter per comitive nell’estate del 2020. Ultimo ma non certo per importanza il mitico Settebello, il fratello maggiore dell’Arlecchino, il treno del genio e del design della società postbellica. Nel 1953,
Giò Ponti e Giulio Minoletti consegnano dalla Breda di sesto San Giovanni alle Ferrovie dello Stato il primo dei treni. Tre unità che si alterneranno sui treni rapidi di maggior prestigio sulla dorsale Milano-Roma-Napoli.
L’ultimo Settebello l’ETR 302 sarà consegnato con una gara che stiamo svolgendo proprio in questo periodo all’industria privata che ne ricostruirà in maniera fedelissima, secondo i disegni originali le poltrone, i braccioli e addirittura gli elementi di arredo come i posaceneri, le toilettes. Tutto quello che uscì dalla matita di Giò Ponti.
Questa flotta si inserisce in una strategica molto importante, è la grande sfida del turismo che il gruppo Ferrovie dello Stato guidato da Gianfranco Battisti ha oramai avviato e in questo progetto strategico la Fondazione FS si inserisce così, con gli elettrotreni storici delle Ferrovie dello Stato che rinascono a servizio del turismo nazionale.