(Teleborsa) - I due
vice premier, Salvini e Di Maio fissano le priorità della manovra di bilancio. Il leader leghista dice sì al reddito di cittadinanza ma "se non è fatto per stare a casa a guardare la tv", mentre l'uomo pentastellato benedice la flat tax purché non "aiuti i ricchi".
I due politici negano dunque tensioni in seno al governo giallo-verde, giurando amore, non eterno, ma che duri almeno cinque anni.
"Il mio obiettivo è che le partite IVA, quelle piccole, quelle che fatturano 65, 70, 80mila euro, già dal prossimo anno paghino il 15% di tasse e non di più" - afferma
Salvini a
Domenica Live - che sul
reddito di cittadinanza precisa "nel contratto c’è ed è giusto che ci sia perché è un cavallo di battaglia dei Cinque Stelle".
“Sono d’accordo ad abbassare le tasse, chi è che non è d’accordo. La condizione che abbiamo posto la Lega è che
la flat tax non aiuti i ricchi, ma la classe media e le persone più disagiate che pagano le tasse da una vita" - rilancia
Di Maio da Nola ricambiando la cortesia dell'alleato.
Non passa inosservato tuttavia il commento dell'uomo della Lega sul fronte delle pensioni,
Alberto Brambilla, in particolare sulle pensioni di cittadinanza dei cinque stelle. "
Spacchiamo il sistema" - afferma - riferendosi alla possibilità di portare da gennaio le minime a 780 euro, annunciata dal viceministro pentastellato, Laura Castelli. "Se fossi un artigiano, un commerciante, un imprenditore, non verserei più, tanto se poi devo prendere 780 euro. Spacchiamo il sistema".