(Teleborsa) - Mentre sembrano arrivare
segnali di distensione sul fronte della politica internazionale,
il dibattito sui dazi continua. Il braccio di ferro tra il Presidente
Donald Trump fermo nel suo piano di imporre pesanti dazi sulle
importazioni di alluminio e acciaio e
Paul Ryan, speaker repubblicano della Camera statunitense, non si placa.
Dopo che ieri 5 marzo, Ryan aveva esortato
Trump a fare
marcia indietro sulla questione, oggi 6 marzo, l'
esponente repubblicano ritiene che questi debbano essere "più mirati e tagliati su misura" e non imposti in modo generalizzato.
A
Ryan fanno eco i produttori nordamericani di alluminio che, in una lettera, hanno chiesto al presidente statunitense di modificare i dazi che vorrebbe imporre, per esempio colpendo la Cina ed escludendo Canada e società europee e di altre zone del mondo.
La lettera è stata firmata da
Heidi Brock, presidente e amministratore delegato di Aluminum Association, che rappresenta 114 produttori e altre società, tra cui
Alcoa, e
Rio Tinto che danno lavoro a 713.000 persone negli Stati Uniti.
Nella lettera, i produttori si dicono "profondamente preoccupati" sugli effetti globali che i dazi avrebbero sulla loro industria, compresi quelli sull'occupazione.
Ma Trump non fa marcia indietro se non aprire un piccolo varco per
Messico e Canada che
è pronto a escludere dai nuovi dazi, se si arriverà a un nuovo accordo sul
North American Free Trade Agreement, l'intesa commerciale tra i tre Paesi americani, meglio nota come NAFTA.