(Teleborsa) - Si susseguono gli allarmi per i rischi di crescita in Europa, compreso quello relativo alla fine del
Patto di Schengen. Il trattato sulla libera circolazione di cose e persone nell'ambito dell'UE, infatti,
negli ultimi tempi traballa, mettendo in dubbio persino la tenuta dell'Unione Europea.
"Una più ampia sospensione di Schengen e di misure che mettono in pericolo le conquiste del mercato interno potrebbero potenzialmente avere un impatto dirompente sulla crescita economica", si legge nel primo punto del capitolo dedicato ai rischi al ribasso per Eurozona e UE delle
previsioni d’inverno della Commissione Europea.
Tali rischi di peggioramento "includono le reazioni politiche alle minacce dell’immigrazione e alla sicurezza, che potrebbero creare ulteriore pressione sul sistema Schengen, così come fanno le incertezze sull'ulteriore messa in atto delle riforme necessarie da lungo tempo", prosegue il testo.
Nel capitolo firmato da
Marco Buti, direttore generale dei servizi Ecofin della Commissione, c'è scritto anche che l'arrivo di un numero senza precedenti di migranti" nel territorio dell'UE ha prodotto un "sorprendente rialzo" della spesa pubblica.
L'argomento è stato affrontato anche dal Commissario per gli Affari Economici e finanziari,
Pierre Moscovici: "Le regole sulla libera circolazione in Europa fissate dall'accordo di Schengen vanno riformate, ma distruggere Schengen sarebbe un errore politico ed economico", ha dichiarato il Commissario aggiungendo che "se Schengen viene messa a rischio, il costo per l'economia sarà molto alto" perché anche se le spese fanno aumentare il deficit, "hanno un effetto espansionistico perché sostengono la crescita nei Paesi".
Secondo un recente studio la fine di Schengen costerebbe 110 miliardi di euro ai Paesi che ne fanno parte e all'Europa lo 0,8% della ricchezza nell'arco di 10 anni.