(Teleborsa) -
Il Senato ha dato il via libera finale alla riforma costituzionale,
passata alla Camera in prima lettura una decina di giorni fa, aprendo la strada alla seconda ed ultima approvazione di Montecitorio ed al
referendum costituzionale, che dovrebbe aver luogo nel mese di ottobre. Un appuntamento che sarà cruciale non solo per definire il nuovo assetto istituzionale e proseguire la strada delle riforme, ma anche per saggiare la tenuta del governo.
La
Riforma costituzionale conosciuta anche come dd Boschi, è passata infatti con una
maggioranza di 180 sì, a fronte di 112 no e 1 astenuto. Tuttavia, il fronte dei sì gode dell'appoggio di qualche senatore dell'opposizione (due da Forza Italia, 17 di area verdiniana e 3 dell'area tosiana), senza i quali non sarebbe mai potuta passare a Palazzo Madama (i voti puri sarebbero stati 158).
Il
Premier Matteo Renzi, intervenendo in Aula, ha definito l'approvazione della legge che abolisce il Senato un
gesto che "non ha eguali nella storia politica italiana" ed ha tenuto a sottolineare che si tratta di un momento di importanza storica.
Poi, il capo del governo ha messo l'accento sulla
valenza politica del referendum confermativo, affermando
"andiamo a vedere da che parte sta il popolo" e cioè "se i cittadini la pensano come coloro i quali scommettono sul fallimento o su chi scommette sul futuro dell'Italia".
In caso di bocciatura al referendum, Renzi ha ribadito "considererei conclusa la mia esperienza".
Renzi ha poi toccato tematiche economiche, ricordando che l'Italia sta meglio, perché
"in due anni la politica ha dimostrato che credendoci si possono fare le cose" ed "
ha ripreso il suo posto".