(Teleborsa) - La
diplomazia internazionale tenta di placare le
tensioni tra Iran e Arabia Saudita generatesi dopo la decisione Riad di giustiziare l'imam sciita Nimr al Nimr insieme ad altre 46 persone con l'accusa di terrorismo.
Il Segretario di Stato statunitense
John Kerry ha telefonato ai ministri degli Esteri dei due Paesi, l'inviato dell'ONU
De Mistura ha annunciato che si recherà a Teheran e Riad mentre la
Russia si è detta pronta a fare da mediatore.
Il timore è che l'escalation di tensioni e violenze possa
intaccare gli sforzi per risolvere alcune gravi questioni nella regione: la lotta all'Isis, che
ultimamente stava dando buoni risultati, e le trattative per riportare l'ordine in Siria e Yemen.
L'Arabia Saudita ha tenuto a precisare che la decisione di rompere le trattative diplomatiche con Teheran non impatterà sui negoziati di pace in Siria e Yemen, dove le milizie saudite stanno combattendo gli Houthi, ribelli sciiti che - sostiene Riad - sono spalleggiati proprio dall'Iran.
Riad, inoltre, fa parte della coalizione guidata dagli USA impegnata a combattere l'Isis in Iraq e Siria.
Nonostante l'impegno della diplomazia internazionale,
il clima resta infuocato. Ieri oltre 3.000 persone sono scese in piazza a Teheran per protestare contro la famiglia reale saudita.
Anche in Iraq i cittadini sciiti stanno manifestando contro l'
Arabia, che ha deciso di interrompere i voli con l'Iran.Nel frattempo, gli Stati a maggioranza sunnita (come noto, l'Iran è bastione dell'Islam sciita, l'Arabia di quello sunnita) come il Sudan, il Bahrein e Emirati Arabi Uniti hanno espresso il proprio appoggio a Riad.